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Politica

Tragedia Marmolada, parla il leghista Zaia: “Non molliamo, ecco le cause”

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Francesco Gnagni

Le parole del leghista Zaia al Corriere della Sera sul dramma avvenuto sulla Marmolada, mentre i ricercatori continuano a sperare di ritrovare le ultime persone disperse. 

(Ansa)

“Noi non molliamo. Ai parenti dei dispersi l’ho detto: noi continuiamo a coltivare la speranza di recuperare ancora qualcuno vivo”. Sono le parole che stamattina il governatore Zaia consegnava al Corsera, e che stasera, dopo i ritrovamenti di 8 persone, acquistano un peso ancora maggiore, quello di una minima, piccola grande vittoria.

Il governatore infatti nella giornata di ieri, dopo la terribile notizia dell’accaduto, ha incontrato i familiari delle vittime, e dei dispersi, insieme al premier Draghi. Alle seconde ha voluto riservare parole di speranza, oggi per qualcuno trasformate in realtà.

Le parole del governatore del Veneto

“È incredibile pensare che in pochi secondi abbia potuto travolgere e uccidere tante persone”, dice Zaia parlando di quella montagna spettrale, spettacolare meta turistica di tanti amanti della montagna da tutta Italia e da tutto il mondo, in questi giorni drammatico soggetto di un incubo, una tragedia che resterà impressa nelle menti di molti, a lungo.

Zaia, di fronte alla domanda riguardante la possibilità di prevedere o meno una tale catastrofe, spiega che “le cause sono state molteplici”. “È evidente che nessuna escursione è a rischio zero, come qualsiasi attività, ed è altrettanto vero che i cambiamenti climatici h anno agevolato processi in maniera repentina. Ma questo non è il primo crollo sulle Dolomiti”, spiega Zaia.

Un fatto insomma dal carattere quantomeno straordinario, su cui la mano umana c’entra sì, ma fino a un certo punto. Le osservazioni che si possono fare, sullo stato dei ghiacciai o sui cambiamenti climatici, sono tutte sostanzialmente generiche, molto poco specifiche e dettagliate, e in molti caso vedono anche pareri discordanti tra gli esperti.

Zaia tuttavia concorda sul bisogno di dare vita a un sistema di monitoraggio per evitare simili drammi in futuro, “un po’ come succede con la bandiera rossa al mare”. Nel mentre, “penso proprio che la risalita in autonomia non sarà possibile finché non ci sarà la certezza della sicurezza”. E resta il segno drammatico del caldo torrido di questi giorni. “Se guardiamo le foto storiche quello che sta avvenendo è evidente. C’è stata una riduzione paurosa in pochi anni”.

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