Renato Zero, infanzia difficile ed il terribile aneddoto che gli cambiò la vita

Renato Zero, in una intervista rilasciata al ‘Corriere della Sera’, ha parlato non solo dei suoi successi e del suo futuro, ma soprattutto ha rivelato un piccolo aneddoto che nessuno conosceva prima ad ora.

A distanza di tantissimi anni da quell’episodio che lo ha in parte condizionato, Renato Zero decide di vuotare il sacco. Lo ha fatto direttamente in una intervista che ha rilasciato al ‘Corriere della Sera‘.

Renato Zero, dichiarazioni che spiazzano tutti
Renato Zero (Ansa Foto)

Al noto quotidiano ha svelato una parte della sua vita che nessuno conosceva fino ad ora. Ha voluto tenere nascosto tutto questo ai suoi fan e probabilmente anche ai familiari che non ne erano a conoscenza.

Sandra Cesarale, giornalista che ha avuto l’onore ed il piacere di intervistarlo, ha raccontato di una canzone che ha scritto quasi 50 anni fa. Precisamente nel 1974 dal titolo ‘Qualcuno mi renda l’anima“. In questa canzone si parla di pedofilia. Un argomento che, lo stesso cantante nativo di Roma, è stato vittima.

Renato Zero: “Da bambino fui molestato da un uomo

Renato Zero, dichiarazioni che spiazzano tutti
Renato Zero (Ansa Foto)

Queste sono alcune delle sue parole in merito: “Non ho mai accettato che l’altra piazza del letto fosse abitata. Quando ero piccolo abitavamo nel centro storico, via Ripetta. In casa tre zii scapoli, mia nonna Renata, le mie tre sorelle, mio padre, mia madre, io, il nostro pastore tedesco femmina che mi portava a spasso. Non era un appartamento grande ma c’eravamo accampati bene. D’inverno ci si faceva caldo uno con l’altro”.

In merito al testo della canzone: “La gente mi diceva: Perché parli dei pedofili se non ci sono? Spesso per scrivere le mie canzoni si accendono le foto della memoria. Un giorno mi trovavo a piazza Augusto Imperatore con la retina per le farfalle e il mio cane. Un signore con la patta sbottonata mi chiese: “perché non vieni qui a prendere le farfalline?” Immagini un bambino che assiste a una cosa del genere. Il Renato adulto porterebbe quel signore al commissariato”.

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