Letteratura: Università di Pisa riscopre un codice medievale perduto da secoli

L’Università di Pisa nei giorni scorsi ha scritto la storia, riscoprendo un codice medievale che era perduto da secoli

In un’epoca in cui la digitalizzazione sembra aver preso il sopravvento, l’Università di Pisa ci ricorda quanto sia ancora fondamentale il lavoro di ricerca e studio sui documenti cartacei, specialmente quando si tratta di manufatti storici.

L'Università di Pisa fa la storia
Università di Pisa -Ansa- Notizie.com

Recentemente, un team di studiosi dell’ateneo pisano ha riportato alla luce un prezioso codice medievale, considerato perduto da secoli. Questa scoperta non solo arricchisce il patrimonio culturale italiano ma apre anche nuove prospettive sullo studio della letteratura medievale.

Un Codice dalle Origini Lunigianesi

Il manoscritto in questione, noto come Beinecke, è stato oggetto di uno studio trasversale che ha coinvolto diversi testi al suo interno. Il professor Paolo Pontari, a capo della ricerca, sottolinea l’origine lunigianese del codice e la sua composizione eterogenea.

Il codice perduto dal medioevo riscoperto dall'Università di Pisa
Codice perduto -Ansa- Notizie.com

Tra i vari documenti contenuti nel manoscritto spicca un testo odeporico che narra il pellegrinaggio di Franceschino da Pontremoli a Roma e in Terrasanta. La preparazione dell’edizione critica di questo testo permetterà agli studiosi di seguire le tracce del cimatore nel suo viaggio spirituale.

L’interesse verso il manoscritto Beinecke risiede principalmente nella varietà dei testi che contiene. Secondo l’agiologo Gianni Bergamaschi, la maggior parte dei documenti sono agiografici ma non seguono il ciclo liturgico annuale. Questa disomogeneità rappresenta una sfida per gli studiosi che cercano di comprendere le ragioni alla base della composizione del codice. Inoltre, la presenza significativa di testi francescani accanto a santi meno attinenti al contesto solleva interrogativi sulla selezione dei contenuti.

Uno degli aspetti più intriganti del manoscritto Beinecke è senza dubbio la sua composizione eterogenea. Alcuni testi agiografici sono dettagliati e ricchi mentre altri appaiono più scarniti. La presenza inspiegabile di figure religiose come Sant’Ivo di Bretagna e Audomaro di Thérouanne aggiunge ulteriormente mistero alla natura del codice. Gli studios dell’Università si trovano ora davanti al compito affascinante ma arduo: scoprire come e perché questi santi siano stati inclusivi in questo contesto così particolare.

La riscoperta del codice medievale Beinecke rappresenta una vittoria significativa per l’Università Di Pisa e per tutta la comunità accademica internazionale interessata allo studio della letteratura medievale. Oltre ad arricchire il patrimonio culturale conosciuto fino ad oggi, questa scoperta offre nuove prospettive su come i testamenti storici possano ancora sorprenderci con storie nascoste pronte a essere raccontate dopo secoli dal loro concepimento originario.

Impostazioni privacy