M5s sempre più in crisi: duro attacco di Ricciardi a Di Maio

La frattura tra Conte e Di Maio sembra essere ormai insanabile. E il ministro è finito nel mirino di Ricciardi, vicepresidente M5s.

L’ultimo botta e risposta tra Conte e Di Maio sembra ormai confermare un M5s diviso in due. Al momento sembra essere molto complicato una riappacificazione tra i due. Anzi, c’è chi propone l’espulsione del ministro degli Esteri.

Riccardo Ricciardi
Riccardi attacca in modo duro Di Maio e chiede l’espulsione del ministro (screenshot video Youtube)

sganciare la bomba è stato Riccardo Ricciardi, vicepresidente M5s, in una intervista a La Repubblica: “Personalmente ritengo che occorra prendere provvedimenti, magari coinvolgendo la rete o comunque il Consiglio nazionale. Vorrei ricordare che da capo polito lo stesso Di Maio ha espulso persone per cose molto, molto meno gravi“.

E sul perché dello scontro Ricciardi ha precisato: “Di Maio è spaventato dal tema dei due mandati. Riteniamo che occorra fare una riflessione visto che ormai da tempo il ministro è un corpo estraneo al MoVimento. Sta facendo un percorso personale che lo pone al di fuori dai 5Stelle, un partito che sta facendo le proprie scelte votandole a stragrande maggioranza“.

Ricciardi sulla bozza di risoluzione dei 5Stelle sul no all’invio di nuove armi in Ucraina

Ricciardi
Ricciardi sull’invio delle armi in Ucraina © Ansa

In questa intervista Walter Ricciardi ha parlato anche della bozza di risoluzione dei 5Stelle sul no all’invio di nuove armi in Ucraina: “Me ne sto occupando personalmente insieme al resto del partito. Ci possono essere stati documenti interni, ma quello uscito non è la base del nostro lavoro“.

La nostra linea – ha spiegato il vicepresidente pentastellato – è quella di lavorare per un cessate il fuoco, per una de-escalation militare e una centralità del Parlamento per le scelte future. Mentre per le decisioni future, dai vertici internazionali ad un eventuale nuovo invio di armi, si deve passare dal Parlamento. Un passo indietro? No. In questo momento fa fede il documento dell’1 marzo, la risoluzione che dava il permesso con decreti interministeriali a nuovi invii senza passare dalla Camera e dal Senato. Per noi non c’è bisogno di altre spedizioni. Però, se la situazione dovesse evolvere, l’invio di nuove armi dovrà passare dal Parlamento“.

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