Quando Conte diceva: “La Russia non è una minaccia”

Ai tempi del primo Governo Conte, l’allora premier negava che la Russia fosse una minaccia a livello militare. Eppure, pochi anni dopo…

Conte
ANSA/CESARE ABBATE

La guerra in Ucraina è uno degli argomenti più discussi di questo inizio 2022. Dall’inizio della cosiddetta “operazione speciale” voluta da Putin ai danni del popolo ucraino, l’Europa ha gettato fango sul presidente della Russia, bollandolo come “malato” e “assetato di potere”. Eppure, solo qualche anno fa, la situazione era ben diversa: quando l’attuale leader pentastellato Giuseppe Conte era premier, proferì la seguente frase: “La Russia non è una minaccia militare”. Frase che sarebbe stata decisamente smentita il 24 febbraio 2022, con l’entrata delle truppe russe in Ucraina.

Il contratto di governo

Stando a quanto scrive Alberto Giannoni su Il Giornale, nel contratto di governo legato alla leadership unitaria di Lega e 5 Stelle (2018), c’è un passaggio che, solo quattro anni dopo, fa decisamente discutere per la sua mancanza di lungimiranza. Non costituendo la Russia una minaccia militare, ma un potenziale partner per la Nato e per l’Ue, è nel Mediterraneo che si addensano più fattori di instabilità. A rileggere questo passaggio del contratto di governo oggi, è difficile comprendere l’analisi che abbia portato a scrivere quanto riportato.

L’allargamento della Nato

Non è tutto: oltre ad aver definito la Russia come una non-minaccia, il Governo Conte ha anche promosso l’allargamento della Nato. Se non abbiamo visto una risposta immediata della Russia a tale decisione, probabilmente è perché Putin stava riflettendo sul miglior modo per reagire. L’allargamento della Nato, stando a quanto scrive Giannoni, “fu ratificato alla Camera senza un voto contrario su quattro votazioni: tutti favorevoli, neanche un’astensione, per non parlare dei no”.

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L’attuale posizione di Conte

Probabilmente l’ex premier italiano nonché leader del Movimento 5 Stelle si è reso conto, pur tardivamente, della sua pessima valutazione rispetto alla minaccia rappresentata dalla Russia. Ora, il leader pentastellato “si trova in un periodo di pacifismo anti-Nato. Il suo pacifismo, per quanto riguarda il conflitto attuale, si esprime attraverso dichiarazioni come la seguente. “Siamo a due mesi e mezzo dal conflitto e credo sia necessario maturare una più elaborata strategia da parte dell’Ue. Dopo questa fase iniziale il nostro Paese e l’Europa devono concentrare il ruolo e sforzi per il negoziato e l’indirizzo verso una soluzione politica“.

Da ciò, se inviare armi all’Ucraina per permetterle di difendersi è un male, stando a quanto detto da Conte, bisognerebbe sperare in un improvviso cambio di direzione delle strategie di Putin? Non è chiaro come il leader pentastellato ritiene si possa arrivare alla pace. Probabilmente, la vaghezza delle sue asserzioni è motivata: Conte vuole evitare di fare dichiarazioni nette delle quali potrebbe pentirsi in futuro.

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