Armi all’Ucraina: braccio di ferro tra Conte e Draghi

E’ ormai scontro tra Conte e Draghi sull’invio di armi all’Ucraina. Un braccio di ferro che rischia di non fare bene a questo esecutivo. Ecco le ultime notizie.

E’ ormai scontro tra Conte e Draghi sull’invio di armi all’Ucraina. Il presidente pentastellato ormai da giorni chiede al premier di riferire in Aula e mettere ai voti il decreto che prevede una nuova di spedizioni a Kiev prima del suo viaggio a Washington per incontrare il premier Draghi.

Scontro Conte-Draghi
Continua il braccio di ferro tra Conte e Draghi: le ultime © Ansa

Una richiesta che, però, non è stata accolta da Palazzo Chigi. Il presidente del Consiglio, infatti, martedì sarà negli Stati Uniti e molto probabilmente al ritorno firmerà il decreto interministeriale per l’invio di nuove armi all’Ucraina. Tutto questo dovrebbe avvenire prima del suo intervento in Parlamento, previsto per il 19 maggio nel consueto Question Time.

Nessuna mediazione o punto d’incontro in questo caso da parte dell’inquilino di Palazzo Chigi. Il premier Draghi ha deciso di proseguire per la sua strada e lanciare un chiaro segnale anche al resto della maggioranza: sulla guerra in Ucraina si segue la linea decisa in passato e non si fanno passi indietro.

Il premier Draghi irritato dalle parole di Conte

Draghi e Conte
Il premier Draghi irritato dalle parole di Conte: è gelo tra i due © Ansa

La tensione tra Draghi e Conte, almeno secondo quanto scritto dal Giornale, è confermata anche dalle dichiarazioni che lo stesso presidente del M5s ha rilasciato nelle scorse ore. L’ex premier ha parlato di un “Parlamento in sofferenza visto che le sue facoltà sono state oggettivamente compresse da un decisionismo fine a se stesso”.

Parole che non sono assolutamente piaciute a Palazzo Chigi e allo stesso premier Draghi. Non è da escludere nei prossimi giorni una telefonata o un incontro per provare a chiarire e ad abbassare i toni in un momento sicuramente decisivo per questo esecutivo. Sono diversi i temi molto delicati che dovranno passare in Parlamento entro settembre e arrivare a questo periodo con tensioni rischia solamente di spaccare definitivamente la maggioranza e far finire con qualche mese di anticipo questa legislatura.

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