Wimbledon, Barazzutti: “Che colpa hanno i russi? Si sono pure esposti…”

L’ex tennista azzurro, ora allenatore, ha commentato a notizie.com la decisione degli organizzatori del terzo torneo del Grande Slam (in ordine cronologico): “Le guerre vengono decise dai governi, cosa c’entrano i tennisti? È un’esclusione molto discutibile”. 

“Wimbledon ha tutto il diritto di manifestare il proprio dissenso nei confronti della Russia per l’invasione dell’Ucraina, anche di utilizzare il torneo per sfruttarne la cassa di risonanza. Ma la decisione presa è molto, ma molto discutibile”. Corrado Barazzutti commenta in esclusiva a notizie.com l’esclusione degli atleti russi e bielorussi dal torneo inglese per motivazioni politiche.

Corrado Barazzutti
Corrado Barazzutti ha parlato a notizie.com: “Che colpa hanno i tennisti russi e bielorussi esclusi da Wimbledon?” (Ansa Foto)

Le guerre vengono decise dai governi, non dai popoli e dai civili, che poi passano per essere aggressori o diventano difensori della propria nazione. Cosa c’entrano i tennisti? Avrei potuto comprendere una decisione del genere, tra l’altro, in caso di giocatori pubblicamente in favore della guerra. Qui parliamo del contrario, Medvedev per esempio si è esposto contro il proprio Paese, ha preso posizione in modo convinto. E non è che sia così semplice farlo in questo momento…”. Barazzutti insiste: “Qual’è la loro colpa? Essere nati in Russia e quindi possedere il passaporto russo?”.

La posizione di Djokovic: “È una follia!”

Corrado Barazzutti
Corrado Barazzutti, capitano non giocatore della nazionale italiana di Coppa Davis dal 2001 al 2020, ha detto sulla decisione degli organizzatori di Wimbledon: “I governi fanno le guerre, i popoli ne subiscono le conseguenze” (Ansa Foto)

Un punto di vista sposato anche da Novak Djokovic, a inizio anno al centro di un altro dibattito legato al vaccino anti-Covid: “Penso che sia una follia escludere i tennisti russi da Wimbledon. Quando la politica finisce per interferire con lo sport, il risultato non è buono. Dicendo questo naturalmente non vuol dire che io non voglia condannare la guerra. Non la sosterrò mai, so quale trauma emotivo lascia”. 

 

 

 

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