Rincari incredibili sulle mascherine: rischiano il processo

Chiesto il rinvio a giudizio dalla Procura di Bari per degli imprenditori locali che avrebbero speculato durante l’emergenza Covid

La Procura di Bari ha chiesto il rinvio a giudizio di cinque imprenditori per i reati, a vario titolo contestati, di manovre speculative sul mercato, tentata truffa aggravata e frode in pubbliche forniture. Avrebbero speculato, durante il lockdown del 2020, sull’emergenza Covid, stipulando con le Asl pugliesi contratti per forniture centinaia di migliaia di mascherine Ffp2 e Ffp3 con rincari fino addirittura al 4.100%.

Rincari sulle mascherine, rischiano il processo

Rischiano il processo Romario Matteo Fumagalli, legale rappresentante della società Sterimed srl di Miliano con sede operativa a Surbo, Massimiliano Aniello De Marco, legale rappresentante della Servizi Ospedalieri spa di Ferrara, Gaetano e Vito Davide Patrizio Canosino, legali rappresentanti rispettivamente delle società 3MC spa e Penta srl di Bari e Elio Rubino, legale rappresentante di Aesse Hospital srl di Bari. Le accuse per tutti, secondo le indagini della Guardia di Finanza, sono di aver applicato sovrapprezzi sempre crescenti nel corso dei diversi passaggi della filiera commerciale, arrivando così a vendere mascherine del valore di poche decine di centesimi fino a oltre 20 euro ciascuna.

Fissata l’udienza preliminare

L’udienza preliminare è stata fissata per il 20 maggio dinanzi al gup del Tribunale di Bari Paola Angela De Santis. In particolare per la Sterimed, la Guardia di Finanza avrebbe accertato che “mascherine e analoghi dispositivi di protezione individuale senza avere la materiale disponibilità dei dispositivi al momento dell’offerta, cosiddetta vendita allo scoperto”, tanto è vero che ne furono consegnate soltanto 50mila, “con ricarichi sul prezzo via via crescenti nel corso dei diversi passaggi della filiera commerciale, in tal modo imponendo sul mercato un prezzo progressivamente maggiorato e largamente superiore a quello ordinario di vendita praticato prima dell’emergenza, applicando prezzi fuori mercato e ricarichi sino al 41,38%, approfittando delle necessità di protezione sanitaria nel tempo di emergenza epidemiologica”.

Gli altri reati contestati

Mentre per quanto riguarda la società Servizi Ospedalieri, il contratto con la Asl di Bari prevedeva la vendita di 1 milione di mascherine Ffp2 con rincari sino al 62,5% e alla fine ne furono consegnate soltanto 199 mila. Le accuse invece rivolte agli imprenditori Canosino e a Rubino riguardano vicende legate all’acquisto di mascherine dalla Cina pagate 36 centesimi dalla 3MC, poi rivendute a circa 6-7 euro alla Penta, la quale, a sua volta, le avrebbe vendute alla Aesse Hospital al doppio.

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