La maggioranza si divide sulle spese militari: il Pd avverte il M5s

La maggioranza si divide sulle spese militari. L’aumento del 2% del Pil non sembra convincere tutti ed ora il Governo ritorna a rischio.

L’aumento delle spese militari divide per l’ennesima volta la maggioranza. Le dichiarazioni di Draghi sull’aumento del 2% del Pil per rafforzare il nostro esercito non sembrano convincere il suo partito ed ora il rischio di una nuova e definitiva spaccatura è molto alto.

Letta e Conte
Il Pd al M5s sulle spese militari: “Con il vostro no a rischio la maggioranza” © Ansa

In particolare, Giuseppe Conte ha ribadito il suo no a questa misura e proprio la posizione del M5s (già diviso al suo interno ndr) potrebbe mettere in seria difficoltà il presidente del Consiglio per quanto riguarda i numeri in Aula. Vedremo se si riuscirà anche in questo caso ad arrivare ad un compromesso oppure si dovrà fare i conti con numeri davvero risicati che rischiano di mettere a serio pericolo la tenuta di questa maggioranza.

Spese militari, la posizione dei partiti

Giorgia Meloni
La ‘mossa’ di Giorgia Meloni sulle spese militari sorprende la Lega © Ansa

Una maggioranza, come detto, divisa sulle spese militari. Il Pd, come riportato da Il Fatto Quotidiano, sostiene la linea Draghi e avvisa il M5s che con un loro passo indietro è alto il rischio di una caduta di questo Governo.

Da parte dei pentastellati, però, non c’è nessuna intenzione di cambiare la loro posizione sul tema e la conferma arriva direttamente dal presidente Conte. “Sull’aumento delle spese militari voteremo contro“, dice l’ex premier a La Stampa.

E il Centrodestra? La Lega non ha ancora preso una chiara posizione. Fratelli d’Italia, invece, ha presentato un ordine del giorno per dar seguito alle parole del premier Draghi. Una decisione che mette con le spalle al muro sicuramente il Carroccio, che quasi sicuramente sarà costretto a votare insieme al partito di Giorgia Meloni per non spaccare la coalizione.

In tutto questo c’è il premier Draghi. Da parte del primo ministro non c’è nessuna intenzione di fare un passo indietro sull’aumento della spesa militare, ma si ragiona anche sulla possibilità di trovare un compromesso per evitare quella spaccatura che, come ben sappiamo, potrebbe essere definitiva.

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