Il medico in missione segreta in Ucraina: “Ho gli incubi, bambini che bruciavano”

Da cinque anni e mezzo, Vincenzo Carrozza opera come medico chirurgo in guerra, sul campo. Ma gli orrori della guerra non si dimenticano 

Ha sempre raccontato la guerra, Vincenzo Carrozza, chirurgo che ha passato una vita a disposizione degli altri, per cercare di salvare e aiutare i più deboli. Stavolta, però, qualcosa è diverso. Il chirurgo italiano, in missione segreta in Ucraina con il Medical Ghost team, sembra non avere più forze per raccontare il dolore.

 

“Ho gli incubi, ho sognato case che esplodevano e bambini che bruciavano”, racconta Vincenzo a Tgcom24. Rientrato dall’Ucraina circa dieci giorni fa, potrebbe partire da un momento all’altro. Da cinque anni e mezzo, opera come medico chirurgo in guerra, sul campo e, nel suo ultimo incarico per un’agenzia privata, ha messo in salvo tre mercenari stranieri, feriti da un attacco russo. “In 12 ore abbiamo fatto tutto, tre erano feriti. Un elicottero ci ha portato sul campo, lì ad aspettarci c’era un’autoambulanza blindata. Uno dei contractor stranieri aveva una pallottola nello stomaco, l’altro in mezzo al torace, il terzo non aveva ferite gravi. Siamo riusciti a stabilizzarli e portarli in salvo in Romania, Paese Nato“, racconta a Tgcom24.

Medico piemontese di origini calabresi, Carrozza lavora da anni nelle zone di guerra per la Nato e l’Onu. L’ultima missione, per un gruppo privato, era recuperare un gruppo di sette contractor stranieri in terra ucraina. “Vista la delicatezza dell’operazione ogni dettaglio viene spiegato quando si è già in volo verso la destinazione. Non puoi portare neppure il telefono. Ho conosciuto i miei colleghi a bordo, tutti volontari. Tra loro un anestesista inglese ha ironizzato sulla segretezza del nostro lavoro definendoci “Ghost team”. Del resto, della nostra presenza in Ucraina non doveva rimanere alcuna traccia”. Cosa vuol dire essere medico di guerra? “Significa essere un civile in contesto militare, ti devi adattare in fretta ma a vedere le persone carbonizzate non ci si abitua mai. Gli incendi che seguono le esplosioni bruciano tutto. E io, per la prima volta nella mia vita, adesso ho gli incubi. Ho sognato case che esplodevano e bambini che bruciavano al loro interno”.

Carrozza si è detto pronto per ripartire: “Io sono pronto per senso del dovere a tornare in Ucraina. Sono un uomo e un medico al servizio dell’Occidente anche se a volte stenti a credere ciò che ti trovi di fronte: sembra di essere in un videogame”.

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