ESCLUSIVA – Giusti (LIMES): “Putin ha un solo nemico in Europa”

Secondo il cronista della rivista geopolitica, esiste un unico, vero, grande nemico del leader russo. Un presidente europeo…

Il controllo dell’Ucraina, la guerra alla Nato o all’Europa? Qual’è il vero obiettivo di Putin a livello politico/internazionale? “La risposta è semplice – ci dice in un’intervista esclusiva Matteo Giusti, giornalista di Limes, la più importante rivista di geopolitica italiana – Putin sta combattendo una guerra con la Francia per il controllo degli stati africani”. Sarebbe quindi Macron il vero nemico numero uno del leader del Cremlino, che con la Francia ha iniziato una vera e propria lotta di controllo del potere economico e politico. “Putin è tornato prepotentemente in Africa da tanti anni con grandi investimenti, aperture di ambasciate e soprattutto, con la vendita delle armi. La Russia è il primo partner per molti paesi chiave come Algeria ed Egitto. La sua è una campagna di espansione in quella che una volta era definita Franceafrique e che oggi è a tutti gli effetti una Russiafrique”.

Vladimir Putin – Ansa Foto –

In che modo?
“Putin ha orchestrato nell’ultimo anno almeno tre colpi di stato, fra Mali, Guinea e Burkina Faso, con militari addestrati a Mosca o che hanno lavorato con forze russe nel continente africano. Tutto questo lo fa con la vendita delle armi e con l’utilizzo dei contractors, i cosiddetti mercenari del famoso Wagner Group che è un’entità strana, registrata in Argentina, ma appartenente ad Eugenj Bricozin, che è un fedelissimo di Putin. Questi mercenari agiscono come un braccio armato ufficioso. Mosca ne prende le distanze, ma intanto ci rovescia i Paesi africani. Nella Repubblica Centro Africana il Wagner Group organizza la sicurezza del Presidente, facendogli direttamente da guardia del corpo. Il Governo centrale si regge solo grazie a questi 600 soldati, che lavorano da Mosca in cambio di lauti stipendi e il controllo delle miniere d’oro”.

Questo controllo di Putin a cosa ha portato?
“Che gli Stati africani non si sono schierati contro Putin all’Onu. L’Eritrea ha votato a favore della Russia e ben 16 stati si sono astenuti. In Burkina Faso e nella Repubblica Centro Africana sono state organizzate manifestazioni d’appoggio all’azione russa in Ucraina e un gruppo di militari della Repubblica Centro Africana ha prodotto un video in cui i soldati si dicono pronti a partire per combattere in Ucraina e portare ordine e pace insieme all’esercito russo. Una narrazione totalmente pro russa, da parte di Paesi che sono sotto il controllo totale di Putin, che ne ha preso il potere politico e soprattutto economico.

Ma per quale motivo l’Africa è così importante per Putin?
“Innanzitutto per il controllo delle materie prime, che in questi Paesi sono molto abbondanti: soprattutto diamanti e oro, che è quello che serve a Putin con il rublo che si svaluta giorno dopo giorno. E poi c’è un aspetto politico molto importante: i voti nelle Nazioni Unite. Putin ha un pacchetto di voti non indifferente che non gli consente di evitare le sanzioni, ma di poter contare su uno zoccolo duro molto alto, che è allineato a Mosca.

E la Francia?
“La Francia è in grandissima difficoltà. Ha fallito la missione in Mali contro il Jihadismo: una lotta durata dieci anni e cha prodotto ingenti perdite economiche e di vite umane e nessun guadagno. Molti governi non si sentono protetti dalla Francia e guardano alla Russia, che promette maggior protezione. L’assedio della Russia all’Africa francese è sempre più pressante. Macron rischia di perdere il controllo di stati chiave, come la Costa D’Avorio e il Senegal. Da un punto di vista economico, la ricchezza della Francia è dovuta al controllo dell’Africa. Con la moneta dell’Africa occidentale, che è una moneta artefatta, garantita dal Tesoro di Parigi crolla l’economia dei Paesi. Tutti i Paesi che fanno parte di questo sistema monetario versano il 60% della valuta cartacea del loro paese in materie prime, regalando il controllo economico alla Francia del proprio stato. La Francia ha retto la propria economia sfruttando i Paesi africani

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