Ucraina, la Lettonia frena l’invio di soldati dall’Italia: “Dateci sistemi anti aerei”

Il ministro lettone della difesa chiede maggiori sistemi di difesa e una presenza permanente di uomini

“La settimana scorsa abbiamo aumentato il nostro budget per la sicurezza, portandolo al 2,5% del Pil. A Versailles, anche gli altri Paesi dell’Ue hanno deciso di fare altrettanto. L’attacco russo all’Ucraina ha aperto gli occhi a tutti: abbiamo bisogno di nuove armi, munizioni e sistemi di difesa, perché negli ultimi decenni gli eserciti europei non sono stati rinnovati“. A dirlo è Artis Pabriks, vicepremier e ministro delle Difesa della Lettonia, intercettato da La Stampa.

La Lettonia è un Paese Nato in cui è già schierato un contingente italiano nell’ambito dell’Enhanced Forward Presence . Infatti, è uno dei Paesi europei più esposti, al confine con la Federazione russa. Secondo Pabriks, l’attacco di domenica dell’aviazione russa alla base ucraina a 25 km dal confine con la Polonia, Paese Nato, dimostra che i russi temono una linea di rifornimento per aiutare gli ucraini a difendersi. “Non dobbiamo essere spaventati dai loro vecchi missili di epoca sovietica anche perché sembra che stiano esaurendo le scorte. Piuttosto l’Occidente dovrebbe far capire alla Russia che non tollereremo oltre questo tipo di attacchi”, continua Pabriks.

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“Penso che dovremmo fare un passo avanti nella nostra assistenza militare all’Ucraina, e con questo intendo anche nei sistemi di difesa aerea che sono disponibili. Spererei in un’apertura alla fornitura di jet da attacco all’Ucraina. Credo che questi mezzi debbano essere messi a disposizione, perché i russi stanno entrando in una guerra di lungo periodo”, prosegue il ministro. Se infatti i russi non dovessero riuscire a prendere Kiev perché la resistenza ucraina sarà abbastanza forte, la loro prossima strategia potrebbe essere quella di trincerarsi nelle zone che hanno occupato, congelando il conflitto per poi provare a negoziare.

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Ma in questo momento non hanno intenzione di avviare una vera trattativa. E noi non abbiamo bisogno di altri soldati. Siamo grati all’Italia per il suo contributo, ma non siamo interessati a una pianificazione generale delle forze schierate dalla Nato nei diversi Paesi. Abbiamo bisogno di una presenza permanente di soldati americani e italiani. Abbiamo bisogno anche di più tecnologia militare. Anche a noi mancano sistemi di difesa antiaerea e non possiamo acquistare questa tecnologia in tempi brevi”, conclude.

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