Maryna Fenina, membro dell’Ocse, è rimasta uccisa in un bombardamento a Kharkiv avvenuto ieri.
Cosa ne sarà, di Kharkiv, quando la guerra sarà finita? La seconda città dell’Ucraina è ormai sotto assedio e, questa mattina, gli occupanti hanno attaccato un ospedale, il Centro clinico medico militare della regione settentrionale. “È scoppiata una battaglia tra gli invasori e i difensori ucraini”, informa la nota diffusa dall’esercito ucraino.
Di Kharkiv, a una settimana dalla guerra, non resta quasi più nulla. Bombardamenti e missili hanno raso al suolo decine e decine di palazzi. Le esplosioni sono state percepite in piazza della Costituzione, vicino agli edifici del Consiglio comunale, e al Palazzo del lavoro. I missili russi hanno colpito e devastato edifici residenziali: negozi, scuole e anche la Cattedrale dell’Assunzione.
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Inoltre, nelle ultime ore, un nuovo attacco missilistico ha colpito l’edificio sede del dipartimento degli Interni regionale, andato completamente distrutto. A pezzi anche la facoltà di sociologia dell’Università nazionale Karazin, di fronte al dipartimento.
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Cresce anche il bilancio dei morti nelle ultime 24 ore. 21 sarebbero le persone uccise e 112 le persone ferite nei bombardamenti sulla città di Kharkiv, secondo i dati pubblicati da Reuters diffusi dal governatore regionale, Oleg Synegubov. A perdere la vita e a morire in un mare di devastazione, morte e angoscia è stata il primo membro della missione di monitoraggio dell’Osce, Maryna Fenina, ucraina di 45 anni. La donna è rimasta uccisa in un bombardamento a Kharkiv avvenuto ieri. Lo comunica l’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa, secondo cui Fenina è morta mentre portava degli aiuti alla sua famiglia “in una città che è diventata una zona di guerra”.
