Guerra in Ucraina, scatta l’isteria: “In Italia tutti vogliono un bunker”

Dallo scoppio del conflitto in Ucraina è aumentato in modo esponenziale la richiesta di rifugi anti atomici: “Isteria ingiustificata”

L’inizio del conflitto in Ucraina, gli attacchi dell’esercito russo e la strenua difesa di Kiev hanno instillato nella testa degli italiani un forte senso di preoccupazione. Le immagini del conflitto, con i bombardamenti, gli attacchi e le avanzate delle truppe, hanno scatenato ansie, preoccupazioni e allarmismo nel cuore della popolazione italiana. Tanto da spingere molti a prendere decisioni incredibili. Al limite dell’incomprensibile.

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In Italia boom di richieste di rifugi anti atomici – Ansa Foto –

Negli ultimi giorni è scattata la corsa all’acquisto di veri e propri bunker, per proteggere se stessi e le proprie famiglie. A dirlo è Giulio Cavicchioli, titolare di un’impresa italiana specializzata nella realizzazione di rifugi anti atomici. “Le richieste per la realizzazione di bunker sono improvvisamente aumentate: un’isteria ingiustificata“. Per l’imprenditore mantovano si tratta di un’avvilente corsa all’acquisto spinta da un impulso emotivo”. La sua azienda “Minus Energie”, che produce a Lucerna, ha collaborato con la Nato e l’Aviazione italiana per la realizzazione di costruzioni di massima sicurezza. “Ora abbiano a che fare con un’ingiustificata isteria dovuta alla paura della guerra anche qui in Italia e questo mi dispiace molto”.

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Ma quanto costa acquistare un rifugio anti atomico in Italia? Chi può permettersi una struttura di questo tipo, in grado di regalare “sicurezza2 ad una popolazione preoccupata e in ansia? Il prezzo di un singolo rifugio si aggira tra i 50 mila euro e i 90 mila euro. Un prezzo che potrebbe scoraggiare le famiglie di ceto medio-basso. “Molte richieste arrivano da gente sprovveduta e disorientata sul da farsi mentre finora una decina di persone si sono attivate concretamente per realizzare un bunker sotto la propria villa“. Le richieste – spiega ancora Cavicchioli – arrivano soprattutto da professionisti e gente benestante del Centro e Nord Italia che desiderano “proteggere la loro famiglia”. L’isteria è scoppiata. Alle ansie legate alla pandemia si aggiungono ora quelle sulla guerra.

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