Quanto costerà la crisi energetica agli italiani? La previsione di Nomisma

Il presidente di Nomisma attraverso le pagine di ‘Libero’ ha ipotizzato il costo della crisi energetica al nostro Paese. Ecco tutti i numeri.

Lo scoppio del conflitto in Ucraina potrebbe avere delle conseguenti pesanti sull’economia italiana. Come riportato da Libero, il nostro Paese rischia di trovarsi davanti ad una crisi energetica che porterà dei costi maggiori per tutti i cittadini.

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La previsione di Numisma sulla crisi energetica © Ansa

Il quotidiano italiano ha intercettato Davide Tabarelli, presidente di Nomisma Energia, per fare il punto della situazione: “Se i prezzi attuali dell’energia non dovessero scendere nel resto dell’anno, subendo anzi un ulteriore aggravio a causa delle sanzioni, il conto del deficit dell’economia italiana sarà chiamato a pagare nel 2022 ammonterà a 90 miliardi di euro, circa il 5% del nostro Pil“.

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Una cifra molto importante se si pensa che nel 2021 gli italiani hanno pagato 35 miliardi. “Si tratta di una differenza di 55 miliardi, pari a tre punti del Pil – ha spiegato Tabarelli – e soprattutto sono soldi che usciranno dall’economia italiana per trasferirsi all’estero“.

Governo al lavoro per le contromisure

Mario Draghi
Mario Draghi al lavoro per contrastare la crisi energetica © Ansa

Una crisi energetica che rischia di fermare la crescita economica registrata in questi ultimi mesi dopo un periodo complicato per la pandemia. Per scongiurare questo pericolo, come riferito da Libero, il premier Draghi si è messo subito al lavoro per trovare delle contromisure. Tra le ipotesi sul tavolo di Palazzo Chigi anche quello di un razionamento del 10% del gas. Scelta che, dalle simulazioni fatte dalla Bce, porterebbe la produzione industriale ad avere una perdita dello 0,8%.

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Una misura di emergenza che, come vediamo dai numeri, non risolve definitivamente il problema e che lo stesso premier Draghi non vorrebbe mettere in campo. Ma si tratta di una ipotesi non surreale considerando che il 50% del metano importato dall’Europa proviene direttamente dai giacimenti russi.

Una situazione, quindi, molto delicata e i prossimi giorni saranno fondamentali per capire se il nostro Paese dovrà fare i conti con un nuovo rallentamento economico dovuto alla crisi energetica.

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