Reddito di cittadinanza, Inapp: “La metà va ai lavoratori poveri”

L’Inapp, nel suo rapporto sul Reddito di cittadinanza, prende in esame un campione di oltre 45mila individui dai 18 ai 74 anni.

Il 45,8% dei percettori del Reddito di cittadinanza risultano occupati (552.666 standard e 279.290 precari) con impieghi tali da non consentir loro di emergere dal disagio e da costringerli a ricorrere alla misura per la sussistenza. A fare i conti sulla misura del Reddito è l’Istituto Nazionale per l’Analisi delle Politiche Pubbliche (Inapp), attraverso l’indagine Plus, rappresentativa dell’intero territorio nazionale su un campione di oltre 45.000 individui dai 18 ai 74 anni.

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Come sottolinea l’Inapp, negli ultimi mesi il mondo del lavoro ha subito una sorta di stress test che ha messo in evidenza criticità e debolezze strutturali, aprendo profonde ferite non ancora cicatrizzate. “Tra le ferite si registrano le difficoltà, e spesso la chiusura, di diverse unità produttive; i licenziamenti, i mancati rinnovi dei contratti a termine e le difficoltà del lavoro autonomo; la caduta del reddito da lavoro (anche da lavoro atipico) per larghe fasce della popolazione, cui si è sopperito con sostegni di emergenza in aggiunta al pilastro del Reddito di Cittadinanza”, si legge nel rapporto.

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Secondo i dati dell’Inapp, la platea di percettori del reddito di cittadinanza è di circa 1,8 milioni di famiglie e c’è una domanda potenziale di altri 3 milioni di famiglie. Il 45,8% dei percettori, però, sono “lavoratori poveri”. “Il Reddito di cittadinanza ha rappresentato un’àncora di salvezza per 1,8 milioni di famiglie, ma va notato che circa il 46% dei percettori risultano occupati (552.666 standard e 279.290 precari) con impieghi tali da non consentir loro di emergere dal disagio e da costringerli a ricorrere al RdC per la sussistenza”, ha spiegato Sebastiano Fadda, Presidente dell’Inapp.

Secondo l’Istituto, basterebbe migliorare le condizioni retributive e lavorative di questi lavoratori per quasi dimezzare immediatamente l’attuale numero dei percettori del Reddito di cittadinanza. Un altro dato che emerge è che la grande domanda potenziale rivela un 49,8% di simili “working poors”. “Ciò conferma la necessità di osservare il mercato del lavoro ben oltre il semplice aspetto del numero degli occupati per spingere analisi e interventi sul tema della qualità del lavoro, delle retribuzioni, della produttività, e della riduzione della precarietà”, sostiene l’istituto.

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