Papa Francesco: “Ecco la ricetta per uscire da ogni conflitto”

Papa Francesco ha indicato una via molto concreta per uscire dalle secche del conflitto e del rancore. Un procedimento da mettere in atto nei momenti personali, ma che sarebbe utile anche per i conflitti bellici che coinvolgono interi popoli.

Papa angelus
(Ansa)

Le parole del Papa all’Angelus entrano nel mezzo dei venti di guerra che spirano dal confine europeo per portare una voce di pace e di fraternità, come continua a fare ormai imperterrito da giorni. “Con lo Spirito di Gesù possiamo rispondere al male con il bene, possiamo amare chi ci fa del male. Così fanno i cristiani. Com’è triste, quando persone e popoli fieri di essere cristiani vedono gli altri come nemici e pensano a farsi guerra!

L’appello di Papa Francesco in piazza San Pietro

Il Papa ha spiegato che Gesù invita ad andare oltre l’istinto e l’odio, amando i propri nemici. Portando un esempio molto concreto: “A chi ti percuote sulla guancia, offri anche l’altra”. Una lezione non di poco conto in un momento in cui le tensioni e le inimicizie internazionali crescono, nello specifico al confine tra Russia e Ucraina, aumentando in modo incontrollato anche il flusso di coloro che dopo avere perso casa e sicurezza si mettono in cammino per le frontiere, diventando migranti.

A tutto ciò, il Vangelo di oggi diventa una risposta potente. “Il Signore sembra chiedere l’impossibile. E poi, perché amare i nemici? Se non si reagisce ai prepotenti, ogni sopruso ha via libera, e questo non è giusto”, spiega il Papa. “Ma è proprio così? Davvero il Signore ci chiede cose impossibili e ingiuste? Consideriamo anzitutto quel senso di ingiustizia che avvertiamo nel porgi l’altra guancia. E pensiamo a Gesù”.

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La Passione infatti ricorda che nel suo ingiusto processo davanti al sacerdote, quando riceve uno schiaffo dalle guardie, lui dice alla guardia: “Se ho parlato male, dimostrami dov’è il male. Ma se ho parlato bene, perché mi percuoti?” (Gv 18,23). In sostanza, chiede conto di quel male che aveva ricevuto, mostrando che bisogna guardare in faccia al male e capire da dove proviene, perché avviene, riflettere sulle tante cause che lo provocano. Che da assurdo lo rendono reale.

Il Papa: “Quando portiamo rancore, facciamo così”

“Porgere l’altra guancia non significa subire in silenzio, cedere all’ingiustizia. Gesù con la sua domanda denuncia ciò che è ingiusto. Però lo fa senza ira né violenza, anzi con gentilezza. Non vuole innescare una discussione, ma disinnescare il rancore, e questo è importante: spegnere insieme l’odio e l’ingiustizia, cercando di recuperare il fratello colpevole. Non è facile questo ma Gesù l’ha fatto e dice anche a noi di farlo. Questo è porgere l’altra guancia: la mitezza di Gesù è una risposta più forte della percossa che ha ricevuto”, spiega il Papa.

In sostanza, ha spiegato Francesco, “porgere l’altra guancia non è il ripiego del perdente, ma l’azione di chi ha una forza interiore più grande, è vincere il male con il bene, che apre una breccia nel cuore del nemico, smascherando l’assurdità del suo odio. Un atteggiamento che non è dettata dal calcolo, ma dall’amore”. Un amore gratuito che genera “nel cuore un modo di fare simile al suo, che rifiuta ogni vendetta”. Mentre al contrario “noi siamo abituati alla vendetta, a custodire nel cuore questo rancore che distrugge la persona”.

Papa angelus
(Ansa)

Così Francesco ha commentato in chiusura, prima della preghiera mariana e della benedizione, l’assurdità della guerra indicando un procedimento da mettere in atto in ogni situazione di conflitto e di bellicosità. “È molto triste quando si pensa a fare la guerra. Proviamo a vivere la vita di Gesù. Pensiamo a una persona che ci ha fatto del male, e sentiamo se c’è del rancore dentro di noi, e affianchiamogli l’immagine di Gesù mite dopo lo schiaffo”, ha concluso il Papa, porgendo la sua ricetta.

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“Preghiamo lo Spirito Santo di agire nel nostro cuore e preghiamo per la persona che ci ha fatto del male. Non sentiamoci vittime, ma fermiamoci, chiediamo aiuto per quella persona. Così viene meno il rancore. Pregare per chi ci ha trattato male è la prima cosa per trasformare il male in bene: la preghiera. La Vergine Maria ci aiuti a essere operatori di pace verso tutti, soprattutto verso chi ci è ostile e non ci piace”.

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