Quirinale, il voto che non t’aspetti: ecco perché Meloni tifa Draghi

Tra liti frenetiche e veti incrociati, la leader di Fratelli d’Italia potrebbe avere un piano segreto per l’elezione del prossimo Presidente della Repubblica.

Giorgia Meloni
Giorgia Meloni (Ansa)

Si tratta dell’unico partito di opposizione al Governo Draghi, eppure potrebbe paradossalmente risultare la carta vincente per l’elezione proprio di Super Mario allo scranno del Quirinale. Sono in diversi a pensarlo, ma nessuno osa dirlo troppo ad alta voce.

Anche perché lo stesso Fratelli d’Italia si sta muovendo con scaltrezza all’interno del circo delle candidature e dei giochi di destrezza dei partiti, prima presentandosi compattamente insieme al centro destra poi smarcandosi, palesando la propria chiarezza di intenti  presentando il nome di Guido Crosetto. Come a dire: guardateci, noi non siamo come loro ma andiamo al sodo e tiriamo dritti per la nostra.

L’ipotesi paradossale che si sta facendo strada

A lanciare l’ipotesi, che a conti fatti è anche una considerazione oggettiva, ci ha pensato il quotidiano Il Giornale. In questi mesi Giorgia Meloni non si è mai tirata indietro quando c’era da picchiare duro sull’esecutivo di “tutti”, quello del grande inciucio, a cui il suo partito ha rinunciato con piglio ferreo. 

Obbligo vaccinale, Green pass, scuola: l’opposizione di Fratelli d’Italia è stata da allora tanto netta quanto riconoscibile e diretta, e non si è fermata nemmeno in questi ultimi giorni, davanti a quella che Meloni ha descritto come la “desolazione della manfrina del Presidente della Repubblica”, ricorda il quotidiano diretto da Augusto Minzolini.

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Allora come è possibile che proprio la leader di Fratelli d’Italia sarebbe a favore dell’ipotesi più di establishment di tutte? Lo ha detto la Meloni stessa nelle ultime ore, auspicando ” elezione diretta del Capo dello Stato ed elezioni subito”. Già, perché il trasferimento di Draghi al Colle significherebbe per i partiti affrontare la grana di trovare una nuova intesa. Che tutto sommato, ad oggi, non c’è. E trovarla tra tutti i partiti, senza il collante dell’uomo della Bce e della grande finanza, non sarebbe infatti di certo una passeggiata.

Di conseguenza, a meno che non si voglia continuare l’esperienza della legislatura con il governo guidato da Renato Brunetta, che nessuno in questi giorni sottolinea ma che al momento, essendo vice-presidente del Consiglio, sarebbe la figura tecnicamente designata per sostituirlo a Palazzo Chigi, la strada obbligata sarebbe quella di nuove elezioni. 

Uno scenario che porterebbe Giorgia Meloni a fare il pieno di voti, come testimoniano i sondaggi che vedono il suo partito in forte ascesa, a tratti addirittura come il primo partito. I sondaggi lo danno infatti intorno al 20 per cento, in forte ascesa rispetto a quanto incassato nell’ultima tornata elettorale, poco più del 4 per cento.

Mario Draghi
Mario Draghi (Ansa)

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In sostanza, tornare alle urne significherebbe per Fratelli d’Italia passare all’incasso. E anche per la Lega di Salvini, forse, con il suo leader che non ha ancora superato lo scotto della terribile crisi di governo fatta esplodere nell’agosto del 2019 tra i mojito del Papeete Beach, tutto sommato tornare finalmente al voto non sarebbe l’ipotesi peggiore. Dovrebbe solo accontentarsi di dividere il Governo con Giorgia, invece che con Enrico, Giuseppe e Matteo.

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