Il Papa contro le omelie che “addormentano”: “Questa non è la strada”

Un vero e proprio ammonimento, quello di Papa Francesco inviato a tutti i sacerdoti nella Domenica della Parola, sulle omelie che “addormentano”. 

papa francesco angelus
(Ansa)

É un chiaro monito, lanciato con affetto e tenerezza paterna, da parte di Papa Francesco verso i suoi stessi sacerdoti, rei a volte di non annunciare la Parola secondo quel fuoco che “riempie di senso”, e che nasce dalla potenza dello Spirito Santo, cuore della missione di ogni uomo e donna che ha incontrato il Signore e ne ha fatto una vocazione e una ragione di vita.

Lo stesso Papa Francesco ha introdotto questa particolare giornata nel 2020, con la Lettera apostolica in forma di Motu proprio “Aperuit illis” in cui il Pontefice ha stabilito che “la III Domenica del Tempo ordinario sia dedicata alla celebrazione, riflessione e divulgazione della Parola di Dio”.

L’avvertimento del Pontefice ai sacerdoti

Il Vangelo di oggi riporta infatti le Parole di Gesù in cui afferma che “oggi si è compiuta questa Scrittura”. Francesco ha voluto soffermarsi sulla parola “oggi”, “che attraversa ogni epoca e rimane sempre valido”, visto ad esempio che la profezia di Isaia risaliva a secoli prima ma che Gesù la rese attuale “con la potenza dello Spirito”, portandola a compimento. 

“I compaesani di Gesù sono colpiti dalla sua parola. Anche se, annebbiati dai pregiudizi, non gli credono, si accorgono che il suo insegnamento è diverso da quello degli altri maestri”, ricorda il Papa. Da questo passo, Francesco ha preso spunto per collegarsi all’attualità, a quanto accade cioè nelle chiese di tante città. Lanciando una raccomandazione, in maniera bonaria, che ad alcuni è però parsa quasi una sorta di “invettiva”.

“A volte, capita che le nostre prediche e i nostri insegnamenti rimangono generici, astratti, non toccano l’anima e la vita della gente. Perché? Perché mancano della forza di questo oggi, quello che Gesù riempie di senso con la potenza dello Spirito è l’oggi. Oggi ti sta parlando”, ha detto il Papa.

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“Sì a volte si ascoltano conferenze impeccabili, discorsi ben costruiti, che però non smuovono il cuore e così tutto resta come prima. Lo dico con rispetto ma anche con dolore: tante omelie sono astratte, invece di svegliare l’anima l’addormentano. Quando i fedeli incominciano a guardare l’orologio e chiedersi quando finirà… si addormenta l’anima“.

Il rischio intravisto da Papa Francesco sulla predicazione

Proprio questo è il “rischio” che secondo Bergoglio “corre la predicazione”. “Senza l’unzione dello Spirito impoverisce la Parola di Dio, scade nel moralismo e in concetti astratti; presenta il Vangelo con distacco, come se fosse fuori dal tempo, lontano dalla realtà”. “Questa non è la strada”, è la sua presa d’atto.

Per la semplice ragione che “una parola in cui non pulsa la forza dell’oggi non è degna di Gesù e non aiuta la vita della gente. Per questo chi predica è il primo a dover sperimentare l’oggi di Gesù, così da poterlo comunicare nell’oggi degli altri“. “Se si vogliono fare scuole e conferenze le si facciano da un’altra parte, non nel momento dell’omelia in cui si deve dare una parola che scuote il cuore”, ha continuato Francesco.

Prima di ringraziare, tuttavia, “tutti i predicatori e gli annunciatori del Vangelo che rimangono fedeli alla parola che scuote il cuore e all’oggi”. “La Parola di Dio, infatti, è viva ed efficace , ci cambia, entra nelle nostre vicende, illumina il nostro quotidiano, consola e mette ordine”, ha concluso il Papa.

angelus piazza san pietro
(Ansa)

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Ribadendo ancora a tutti che “la Parola trasforma una giornata qualsiasi nell’oggi in cui Dio ci parla”. “Prendiamo in mano il Vangelo, ogni giorno un piccolo brano da leggere e rileggere, con calma”, è l’invito finale. “Con il tempo scopriremo che quelle parole sono fatte apposta per noi, per la nostra vita. Ci aiuteranno ad accogliere ogni giornata con uno sguardo migliore, più sereno, perché, quando il Vangelo entra nell’oggi, lo riempie di Dio“.

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