Omicidio Diabolik: ecco come si è arrivati al presunto sicario

La Procura di Roma ha arrestato un argentino, sospettato di aver ucciso Fabrizio Piscitelli al Parco degli Acquedotti. Tra le prove anche le immagini delle telecamere di sorveglianza nei pressi del Parco degli acquedotti

Ecco come è stato scoperto il sicario di Fabrizio Diabolik (Foto Ansa e Corriere.it)

Per l’omicidio di Fabrizio Piscitelli, in arte Diabolik, è stato fermato un uomo: Raul Esteban Calderon, cinquantaduenne argentino. Per la Procura non ci sono dubbi: a sparare contro il capo ultras biancoceleste il 7 agosto del 2019 è stato lui. Calderon (conosciuto con il soprannome di Francisco) lo ha colpito alle spalle e poi è fuggito. Ma un particolare, secondo gli inquirenti, lo incastra e ha portato la Polizia ad identificarlo.

LEGGI ANCHE: Omicidio Diabolik, svolta nelle indagini: arrestato il colpevole

Il fotogramma (ripreso dalle telecamere di sorveglianza e pubblicato dal sito internet del Corriere della Sera) fa vedere il sicario che attraversa via Lemonia, la strada che costeggia il Parco degli Acquedotti, nella zona Tuscolana, dove Fabrizio “Diabolik” è stato ucciso ad agosto del 2019. Nell’immagine si vede un uomo fuggire, allontanarsi dal luogo del delitto e abbandonare il più velocemente possibile il parco. L’uomo ha una gamba fasciata. Un particolare che ha insospettito gli agenti e cha portato all’arresto di Calderon. La benda che fa bella mostra sul polpaccio destro del sicario serviva per mascherare un vistoso tatuaggio.

LEGGI ANCHE: Omicidio Diabolik, la figlia Ginevra: “Arresto killer, regalo di Natale”

Il presunto sicario di Diabolik

Il presunto killer di Fabrizio Piscitelli, in arte Diabolik – foto ansa –

Secondo l’accusa dei pubblici ministeri, che hanno fermato il sospettato, quella fasciatura era stata effettuata per coprire un tatuaggio che Calderon ha proprio sul polpaccio, come evidenziato da altre immagini degli investigatori della Squadra Mobile di Roma, che stanno portando avanti l’inchiesta. L’argentino avrebbe preso questa precauzione per non essere riconosciuto e far perdere le sue tracce. Ma su questa fasciatura si basa gran parte dell’accusa. Insieme a quest’immagine ci sarebbero anche delle intercettazioni in cui Calderon (che parlava con la moglie) avrebbe confessato l’omicidio di Piscitelli, oltre ad una lunga serie di registrazioni nelle quali verrebbe fatto il suo nome in merito ai fatti del parco degli Acquedotti. Nell’interrogatorio davanti al giudice, Calderon ha negato ogni accusa.

 

 

 

Impostazioni privacy