Tony Effe condanna esemplare: dovrà consegnare pasti alla Caritas

Il trapper era stato protagonista di una rissa a Roma nel 2019 in cui aggredì un fan. La condanna è esemplare

Condanna esemplare per Tony (Instagram)

“Ho speso 5000 euro per un bassotto”, diceva in una canzone. Ora sarà chiamato a pagarne 40.000 di risarcimento. Il trapper Tony Effe ha ricevuto una condanna esemplare dopo una battaglia legale per un fatto di cronaca che lo aveva visto protagonista. Una vicenda che è stata accompagnata da dichiarazioni, battute al veleno e diatribe.

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I fatti risalgono al febbraio del 2019 quando in piena notte Tony Effe è stato coinvolto in una rissa fuori da un locale vicino piazza Barberini, a Roma, in via degli Avignonesi. In quel momento, però, uno dei suoi fan ha ripreso tutto attraverso il cellulare, mandando su tutte le furie il trapper, che non ha gradito al punto da fermarlo e pestarlo. Spranga di ferro in mano, gli avrebbe imposto di cancellare il video.“Se non ci dai il cellulare ti ammazziamo, la minaccia ricevuta. Il ragazzo ovviamente non ha assecondato e si è ritrovato con una frattura alla mandibola.

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“Pagatemi e vengo in tribunale”

Tony Effe condannato a servire piatti alla Caritas – Instagram –

L’aggressione lo ha spinto subito a denunciare Tony Effe. Da li la lunga battaglia legale che si è chiusa con un maxi risarcimento: 40mila euro di risarcimento e obbligo di consegnare i pacchi alimentari della Caritas: è questa la condanna che è stata inflitta al trapper Tony Effe, cantante della Dark Polo Gang, accusato della rissa e dell’aggressione al suo fan. Durante le fasi processuali il cantante è stato costretto a seguire i dibattiti in aula e a presenziare per raccontare la sua versione dei fatti. L’ex compagno di Taylor Mega ha più volte lamentato il costo dei treni che era costretto a prendere per andare al processo. Sosteneva di voler essere rimborsato. “Allora a me mi denunciano, mi chiedono i soldi, quando io da Milano devo venire a Roma per fare un processo gratis. Cioè io prendo un treno per venire a Roma gratis, non va bene. Se devo venire in tribunale pagatemi“.

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