Caso Eitan, arriva la sentenza definitiva: la decisione dei giudici israeliani

Si chiude il caso Eitan. La Corte Suprema israeliana ha emesso la sentenza definitiva sulla vicenda riguardante l’unico sopravvissuto alla tragedia del Mottarone.

Aya Biran
Aya Biran, la zia di Eitan © Getty Images

Si chiude definitivamente il caso Eitan. Nel pomeriggio di lunedì 29 novembre è arrivata la sentenza della Corte Suprema israeliana che mette la parola fine alla battaglia legale tra la famiglia paterna e quella materna dell’unico sopravvissuto alla tragedia del Mottarone.

I giudici di Tel Aviv, come riportato dall’Ansa, hanno rigettato il ricorso presentato dal nonno materno ed ora il piccolo potrà tornare in Italia come deciso nei primi due gradi di giudizio.

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L’ultimo passaggio di questa vicenda ci sarà il prossimo 2 dicembre quando i giudici si pronunceranno sull’eventuale procedura di estradizione del soldato arrestato a Cipro per aver aiutato il nonno di Eitan a rapire il nipote. Il ritorno in Israele dell’uomo deve avvenire entro 60 giorni, ma c’è anche la possibilità di prorogare la procedura di un altro mese.

Il caso Eitan

Shmuel Peleg
Shmuel Peleg, nonno materno di Eitan © Getty Images

Il caso Eitan ha tenuto banco sulle pagine di cronaca italiana per diverse settimane. Subito dopo la tragedia del Mottarone, è iniziata una battaglia legale tra la famiglia paterna e quella materna sull’affidamento del piccolo.

Una vicenda giudiziaria che è stata divisa in due parti. La prima si è svolta in Italia e ha visto la conferma della custodia del bambino alla sorella del padre. La seconda, invece, si è aperta in Israele qualche giorno dopo il rapimento di Eitan da parte del nonno materno.

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Anche in questo caso, nonostante i continui ricorsi della famiglia della mamma del bambino, è stato confermato l’affidamento del piccolo alla zia paterna e nelle prossime ore Eitan è atteso in Italia per riprendere la sua vita.

La speranza, espressa anche dai giudici, è quella di ricucire lo strappo che si è creato in queste ultime settimane per consentire al piccolo di poter tornare presto anche in Israele per trascorrere del tempo con i nonni materni.

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