Cervello, il cibo da evitare che nuoce il sistema nervoso

Siamo ciò che mangiamo! Secondo alcuni studiosi, le funzionalità del nostro cervello possono essere compromesse da un’alimentazione sbagliata. Quali sono i cibi da evitare per non nuocere gravemente il sistema nervoso?

cervello
Cervello

Il cervello è l’organo motore del nostro corpo e mantenerlo sano e attivo è compito anche di un’alimentazione giusta e sana. Questa, infatti, è in grado di influenzare le difese naturali del nostro organismo e di aiutarci a migliorare le prestazioni degli organi vitali. Alcuni cibi hanno il potere di incidere sulle funzionalità del cervello, sia in fase di sviluppo nei bambini che in fase di invecchiamento in età più adulta, e possono concorrere allo sviluppo di fenomeni quali demenza e declino cognitivo.

Dalle ricerche di alcuni studiosi dell’Università di Atene sono stati evidenziati danni alla salute e al corretto funzionamento del sistema cerebrale a causa dell’alimentazione.

Gli studi sono stati condotti mille persone con età media di 73 anni e si sono concentrati sulle abitudini alimentari collegate alla condizione cognitiva. All’inizio della ricerca, nessuno dei campioni aveva segni di demenza. Quali solo i risultati di questo studio?

I cibi che danneggiano il cervello

cibi che danneggiano il cervello
Scaffali di un supermercato

Lo studio dell’Università di Atena si è focalizzato su tre tipologie di dieta seguita dai campioni osservati:

  • Una con 20 porzioni di frutta a settimana4 di legumi11 di caffè o  e 19 di verdura;
  • Una con 9 porzioni di frutta10 di verdura2 di legumi e 9 di caffè o;
  • Una con un consumo medio di questi alimenti con valori che oscillavano tra quella alta e quella bassa.

I pazienti sono stati seguiti per tre anni, al termine dei quali è emerso che tra coloro che avevano consumato meno alimenti antinfiammatori, era triplicato il rischio di demenza e di deficit cognitivi.

La ricerca ha, dunque, dimostrato che chi consuma regolarmente elevate quantità di fruttaverdura e legumi ha probabilità più ridotte di sviluppare certe patologie tipiche della terza età.

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