Sean Combs resta in carcere, ma è stato assolto dalle accuse più gravi. Il rapper non rischia più l’ergastolo, ma potrebbe restare in carcere 20 anni.
Il re dell’hip hop Sean Combs dovrà restare in carcere. Il giudice Arun Subramanian ha stabilito che non potrà uscire sotto cauzione perché i reati di traffico di persone con lo scopo della prostituzione di cui è stato giudicato colpevole, prevedono la detenzione dietro alle sbarre.
Il rapper è stato giudicato dalla giuria di un tribunale di New York colpevole per due dei capi d’accusa. Cioè quelli che riguardavano il trasporto finalizzato alla prostituzione, secondo i quali avrebbe organizzato e agevolato il trasferimento delle persone nei vari hotel in tutto il mondo, dove si tenevano vere e proprie orge. E per questo avrebbe violato le leggi americane sulla prostituzione.
Sean Combs è stato invece assolto dalle accuse più gravi di tratta di esseri umani a scopo sessuale e quelle che ipotizzavano che il rapper fosse a capo di un’organizzazione dedita allo sfruttamento sessuale. Se fosse stato condannato per questi capi di imputazione, avrebbe rischiato di passare la vita in carcere.
Sean Combs rischia 20 anni di carcere
Le altre accuse che lo devono condannato invece, prevedono una pena massima di 10 anni ciascuna: dunque il rapper, oggi cinaquantacinquenne, potrebbe trascorrere in carcere i prossimi vent’anni. Tutto dipenderà dalla decisione del giudice, che arriverà nella prossima udienza. Ma a questo punto è chiaro che il produttore non rischia più l’ergastolo.
Sean Combs, prima conosciuto con il nome d’arte Puff Daddy, è stato recluso in carcere a settembre. Il giudice aveva negato la libertà su cauzione richiesta dai legali, affinché potesse attendere la pena fuori dal carcere.
Secondo le accuse, il rapper avrebbe utilizzato la sua fama mondiale e la violenza per costringere le fidanzate ad andare a letto con prostitute sotto effetto di droghe. Quando è stata letta la sentenza, Sean Combs era in Aula, ed erano presenti anche la madre e la sorella.
Le indagini a suo carico sono cominciate con più di cento denunce, tra cui quelle di due ex, Casandra Ventura e un’altra presunta vittima che ha voluto restare anonima, chiamata con il nome di fantasia Jane. Entrambe hanno testimoniato al processo per alcuni giorni ed hanno raccontato di essere state costrette da Combs ad avere rapporti con uomini, usando violenza fisica, soldi e anche minacciandole di diffondere i video a sfondo sessuale.
Nelle scorse settimane in Aula è stato proiettato il video ripreso dalle telecamere di videosorveglianza di un hotel a Los Angeles del 2016, che ritraeva Combs mentre colpiva ripetutamente Casandra Ventura con mani e piedi. La donna era a terra e veniva trascinata in corridoio.
Dalle testimonianze del processo è anche emerso che il rapper avrebbe minacciato il collega Scott Mescudi, in arte Kid Cudi, che tra il 2011 e il 2012 ha avuto una relazione con Casandra Ventura.