Emergenza nazionale nei Campi Flegrei con probabilità di apertura di bocche eruttive; terremoti per una magnitudo massima di 5.5; esplosioni freatiche che “possono uccidere”; edifici lesionati che possono crollare.
Sono alcuni dei punti toccati da Fabio Florindo, presidente dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv). Florindo è stato audito oggi dalla Commissione parlamentare d’inchiesta sul rischio idrogeologico e sismico.
Il presidente ha parlato senza mezzi termini di “scenari di pericolosità”, a poche ore dalla fine di un nuovo sciame sismico che ha consegnato alle popolazioni dell’area campana la scossa di terremoto più forte degli ultimi quarant’anni, per una magnitudo di 4.6. Secondo il presidente Ingv “l’area più critica, da tenere sotto osservazione, è quella di Astroni-Agnano”. È qui che “c’è un 40-50% di probabilità che ricada in questa zona l’apertura di bocche con emissione di flussi piroclastici”.
I Campi Flegrei, la cui ultima grande eruzione risale al 1538, preoccupano per il fenomeno del bradisismo. Questo comporta il sollevamento e la ridiscesa del suolo a periodi alterni. Oggi quel suolo è in risalita, e ciò causa numerosi terremoti. “Da quello che abbiamo visto, – ha spiegato Florindo – fino a che continua il sollevamento avremo scosse sismiche. Dai modelli fatti, difficilmente possiamo andare oltre una magnitudo di 5.5. Quello dovrebbe essere il limite massimo”.
Florindo (Ingv): “Gli edifici più danneggiati potrebbero venire giù”
Il presidente ha poi parlato delle cosiddette “espressioni freatiche”, ovvero esplosioni senza magma, legate a gas e falde che sono sopra la camera magmatica. “Non c’è il coinvolgimento di magma, ma possono uccidere”, ha continuato il presidente Ingv, per il quale l’area sorvegliata speciale è la zona di Pisciarelli “con temperature altissime: sono stimate superiori a 140 gradi centigradi”.
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Nell’audizione in Commissione anche il caso delle strutture già lesionate dalle scosse. “Si accumulano danni agli edifici, almeno a quelli in condizioni più precarie. – ha sottolineato Florindo – Io penso fermamente che ci sia un accumulo del danno. Una magnitudo 4 oggi, una 4.5 domani, una 4 dopodomani. Gli edifici più danneggiati potrebbero venire giù”. Le parole del presidente Ingv, il quale istituto fino a questo momento aveva sempre rassicurato i cittadini ed invitato alla calma, potrebbero generare più di una preoccupazione. C’è un reale pericolo imminente?
“Parlo a titolo personale e sulla base delle mie ricerche e su quelle dei miei colleghi. – ha commentato, in esclusiva per Notizie.com, Giuseppe Mastrolorenzo, vulcanologo e primo ricercatore Ingv – Se si parla di quale sia la probabilità di apertura di bocche in caso di eventuale eruzione, ci sono studi scientifici che fanno un calcolo su tutta la caldera dei Campi Flegrei e indicano le zone considerate più probabili. In queste analisi effettivamente le zone di Bagnoli e Agnano rientrano tra di esse, ma ciò non significa rischio imminente”.
“Anzi, semplicemente, non lo sappiamo. La realtà è che, anche sulla base delle ricerche che ho condotto in passato, la probabilità riguarda un’area molto più estesa. Tutta la caldera dei Campi Flegrei può essere sede di apertura di bocche vulcaniche in termini di probabilità. Inoltre, non abbiamo nessuna capacità di prevederlo”.
Il vulcanologo Mastrolorenzo in esclusiva per Notizie.com: “Il valore massimo indicativo delle ricerche scientifiche è di 5.1”
Sulla questione della massima magnitudo, invece, Mastrolorenzo ci ha detto che, sulla base di studi scientifici recenti riguardanti alcune faglie rilevabili, effettivamente le scosse potrebbero superare il grado 5. “Il valore indicativo in queste ricerche è di 5.1 – ha continuato lo studioso – e su questo, nel corso di un incontro pubblico di qualche mese fa, c’era stata la risposta del capo della Protezione civile Fabio Ciciliano che che ha dichiarato che, in una simile eventualità, cadrebbero i palazzi e si conterebbero i morti”.
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E bisogna puntualizzare anche un altro fattore. Una magnitudo 5.1 non è di poco superiore a 4.6, anzi. In termini di energia la prima è ben quattro volte superiore alla seconda, poiché la scala segue un conteggio logaritmico.
L’ultimo terremoto del 30 giugno scorso “ha indicato che c’è un’attività sismica importante anche in un’area marginale dei Campi Flegrei. – ha concluso Mastrolorenzo – Siamo ai valori massimi di magnitudo in una zona che storicamente non ne ha registrati di così alti”.
Abbiamo avuto un valore alto in faglie che si trovano distanti da quelle considerate a più alto rischio. Ciò dimostra che tutta la caldera è stata fortemente sollecitata, compresa la zona occidentale del golfo di Baia, dove ci sono strutture profonde che si attivano. Ciò imporrebbe a mio avviso la necessità di rivedere le valutazioni del rischio sismico e bradisismico”.