Referendum, quella “curiosa” euforia sui social: “Gli italiani non si sono astenuti perché stimano i leader del centrodestra”

Scherzare sulla non partecipazione al voto è pericoloso”. La riflessione sul post referendum e le reazioni del centrodestra. 

Batti il cinque, Elly, ci hai resi ancora più forti”. E ancora: “Oggi tramonta il campo largo”. Poi la foto di uno spettro in un seggio elettorale, a richiamare il gesto di Riccardo Magi di qualche settimana fa alla Camera, quando travestito aveva inscenato “il fantasma della democrazia”, venendo accompagnato fuori dall’Aula.

Il fantasma del referendum in un seggio elettorale, la foto sui social di Fratelli d'Italia
Referendum, quella “curiosa” euforia sui social: “Gli italiani non si sono astenuti perché stimano i leader del centrodestra” (Foto Social FdI) – notizie.com

L’unico vero obiettivo di questo referendum era far cadere il governo Meloni. Alla fine, però, sono stati gli italiani a far cadere voi”. Sono tutti messaggi apparsi in queste ore sui social di Fratelli d’Italia, che sta festeggiando la vittoria dell’astensionismo attaccando le opposizioni con post che stanno suscitando anche un po’ di ilarità tra i follower-elettori.

Lo stesso sta accadendo sui profili della Lega, che parla di “enorme sconfitta per una sinistra che non ha più idee e credibilità e che non riesce a mobilitare i propri elettori”. Poi la locandina inventata di un film dal titolo “Colpiti al Quorum”, con le foto dei protagonisti: Elly Schlein, Giuseppe Conte, Maurizio Landini, Nicola Fratoianni, Angelo Bonelli e Ilaria Salis all’interno di un cuore.

E non si sta risparmiando neppure Forza Italia: “Pensavano di poter far cadere il governo, ma hanno scoperto che il 70% degli italiani non li segue”. E a corredo una foto dei leader del centrosinistra, tutti “bocciati”. Già nel primo giorno del voto, l’8 giugno, gli azzurri, avevano ripreso l’invito “craxiano”: “Scusate se oggi non abbiamo postato nulla, eravamo tutti al mare”. 

Perché gli italiani non si sono recati alle urne?

Non c’è solo la sconfitta del referendum quindi: i partiti di centrosinistra e la Cgil stanno facendo i conti anche con la maggioranza di governo che ha raggiunto lo scopo dell’astensionismo. L’8 e il 9 giugno ha votato il 30,58% degli italiani: il quorum non è mai stato così lontano.

Ma a spingere gli italiani ad astenersi, non è stata solo la campagna del centrodestra (Noi Moderati escluso). A spiegarlo a Notizie.com è Luca Verzichelli, politologo, presidente della Società italiana di Scienza Politica (Sisp) e professore ordinario dell’Università di Siena. “Non solo in Italia, gli elettori stanno seguendo il trend della polarizzazione e del disinteresse”, ma non perché “stimino quello che dicono i loro leader”. 

Nelle reazioni immediate dei partiti di governo al fallimento del referendum si nota “lo stile dei partiti di destra che non riescono a tenere a freno un atteggiamento di aggressività. Nel breve periodo, questa caratteristica rafforzerà la loro capacità di impatto sulla parte di opinione pubblica che oggi non è andata a votare e invece vota quando loro si presentano. Sono la maggioranza degli elettori, ma non degli italiani”. 

L’esperto a Notizie.com: “Scherzare sulla non partecipazione non è una strategia efficace”

Quella di “scherzare sulla non partecipazione” però, “non mi sembra una strategia efficace nel lungo periodo. Guardando le reazioni, l’andazzo dei partiti di destra mi sembra il solito: una politica muscolare dove non sa bene stimare gli effetti delle decisioni che si prendono. L’importante è urlare”.

L’astensione al referendum è legittima, ma l’invito dei rappresentanti del governo a non recarsi alle urne, per Verzichelli non lo è: “Il referendum è stato concepito con il quorum proprio per permettere questo genere di strategia. Ma quest’ultima dovrebbe essere prerogativa del singolo elettore e non dei portatori degli uffici pubblici”. 

Il riferimento è in particolare a Ignazio La Russa e agli altri esponenti del governo che hanno invitato a non votare: “Non credo che nella Prima Repubblica –  cui ci si riferisce spesso quando si ragiona in termini di unità di intenti e principi – un solo ministro democristiano, rivestendo la carica di presidente del Senato o di ministro, avrebbe fatto un’uscita di quel tipo. Il primo punto quindi, è recuperare il senso dello Stato”.

Ma perché il centrodestra ha scelto di chiedere ai cittadini di astenersi piuttosto che recarsi alle urne e votare no? Le spiegazioni, secondo l’esperto, sono due “e vanno insieme”. 

É legittimo dire che si vince più facilmente non votando, certi che sia meglio lo status quo, perché il trend dice che il quorum si raggiunge male. Se fosse passato il quorum forse a destra avrebbero fatto a gara a chi tirava di più le orecchie a Maurizio Lupi, che ha detto agli elettori di votare per il no”. 

Ma c’è una seconda spiegazione: “Il referendum era su cose decise da altri governi, ma le leggi sono votate dal Parlamento con dentro anche il centrodestra”. In ogni caso, invitare all’astensione, secondo Verzichelli, resta un “gioco pericoloso, in un momento in cui la società già non si fida più della politica e della repubblica”. 

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