Il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, Tommaso Foti, ha rilasciato una intervista al ‘Quotidiano Nazionale’. Non si è fatta assolutamente attendere la frecciatina nei confronti del Movimento 5 Stelle e Partito Democratico
Uno dei problemi che interessa maggiormente il governo ed anche il centrodestra non può non essere quello relativo al salario minimo. A fare chiarezza in merito a ciò ci ha pensato direttamente il politico inquadrato in foto, Tommaso Foti. Il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera ha espresso tutta la sua preoccupazione. Tanto da precisare che la partita in questione è diventato un problema urgente da quasi un mese, precisamente dal 4 luglio. Ovvero quando sono passati esattamente 240 giorni di discussione. Poi plaude le opposizioni che, finalmente, sono riuscite a trovare un accordo in merito su una unica proposta.
Queste sono alcune delle sue parole a riguardo: “Finalmente sono riuscite a trovare un accordo, quando prima ogni partito presentava la propria proposta”. Su chi si lamenta solamente adesso del “lavoro povero” Foti ci tiene a precisare: “Vorrei dire che anche prima c’era, soprattutto quanto il centrodestra non era ancora al governo“. Come riportato in precedenza non si è fatta assolutamente attendere la stoccata nei confronti sia del Movimento 5 Stelle che del Partito Democratico: “Perché non ci hanno pensato loro in questi anni?”.
Salario minimo, Foti si scaglia contro Pd e M5S: “Perché non hanno fatto loro la legge?”
Di conseguenza Tommaso Foti mette ancora il dito sulla piaga prendendosela con i due partiti citati in precedenza: “Perché non l’hanno fatta loro quella legge che, guarda caso, è diventata così importante all’improvviso?“. Alla domanda che ha posto ha trovato anche la risposta: “Evidentemente tenevano più al posto ricco, cioè alla loro poltrona. Ma ora, con quei precedenti, non possono permettersi di dare voti”.

Sulla questione del reddito di cittadinanza, che sta creando non poche polemiche tra le opposizioni, ha precisato che negli ultimi anni (per la precisione cinque) è costato allo Stato come una cifra che si avvicina ai 30 miliardi di euro. Poi se la prende con chi va in piazza e, soprattutto, chi aizza la folla: “Chi decide di fare tutto questo sappia che sta compiendo un gesto a dir poco irresponsabile“.