Gianni Mion, ex ad di Benetton, è ritornato sul crollo del Ponte Morandi e le sue parole sono destinate a far discutere ancora per diverso tempo.
Sono ormai trascorsi quattro cinque anni dal crollo del Ponte Morandi e in queste ultime ore è ritornato a parlare Gianni Mion, ex ad dei Benetton Edizione ed ex controllore di Atlantia.
“Nel 2010 emerse che la struttura aveva un difetto originario di progettazione e che era a forte rischio crollo – ha detto il manager, ora a processo proprio per la tragedia del 14 agosto 2018 – io a quei tempi mi preoccupai, ma non dissi nulla e questo è il mio più grande rammarico“. E poi ha aggiunto: “A quei tempi l’acquisto di Spea da parte di Aspi fu un errore. La società doveva rimanere pubblica“.
E sul crollo nella galleria Bertè ha precisato: “Avevo la sensazione che i controlli non venivano fatti. La mia opinione è che c’era un collasso del sistema di controllo interno ed esterno e del ministero non c’era traccia”.
Egle Possetti: “Speriamo che qualcuno paghi”

Le parole di Mion stanno facendo molto discutere. Egle Possetti, presidente del comitato ricordo vittime del Ponte Morandi, si è chiesta “come si possa stare zitti quando si hanno tra le mani informazioni simili e soprattutto come queste persone possano dormire in modo tranquillo“.
“Se io fossi stata al loro posto – ha aggiunto, citata da Sky TG24 – e avessi saputo quanto detto, non sarei mai stata zitta. Anzi avrei fatto di tutto perché il problema emergesse. Ora speriamo che qualcuno paghi“.
La tragedia del Ponte Morandi

Come detto, sono passati ormai quasi cinque anni dalla tragedia del Ponte Morandi. Il crollo provocò la morte di 43 persone ed attualmente è in corso il processo per individuare i colpevoli. Le parole di Mion aprono assolutamente una pagina diversa da quanto successo in questo momento e soprattutto sembrano confermare la versione dei familiari delle vittime: con una attenzione maggiore la tragedia si sarebbe potuta evitare.