Uccise il figlio a mare, gli inquietanti messaggi della donna al marito

Uccise il figlio a mare, spuntano gli inquietanti messaggi della donna che avrebbe mandato al marito. Non solo: sono venute fuori anche altre ricerche che la stessa avrebbe effettuato su Google su come uccidere

Uccise il figlio
Torre Annunziata carabinieri (Ansa Foto) Notizie.com

Emergono altri particolari inquietanti in merito a quanto è successo più di un anno fa in provincia di Napoli. Ovvero quanto accadde a Torre del Greco il 2 gennaio dello scorso anno. Vittima un bambino di solamente 2 anni, Francesco. Quest’ultimo ucciso da chi avrebbe dovuto prendersi cura di lui e che, soprattutto, l’ha messo al mondo. Si tratta di Adalgisa Gamba. Quest’ultima è accusata di aver soffocato il bambino. La stessa temeva che il figlio soffrisse di autismo, fino a quando non si è lanciata in mare insieme a lui. Come riportato in precedenza, però, ci sono alcuni messaggi che la stessa avrebbe mandato al marito sul cellulare.

Questo il contenuto: “Non dorme, forse ci vuole ciuccio, o vogliamo farlo schiattare e magari si toglie il vizio?“. La Corte di Assise del capoluogo campano ha disposto una perizia psichiatrica. Per cercare di capire se ci fosse la facoltà di intendere e di volere al momento del fatto. Questo è quello che fa sapere il quotidiano locale ‘Il Mattino’. Ad opporsi, oltre agli avvocati della parte civile, anche la pm Andreana Ambrosino della Procura di Torre Annunziata. Una decisione che arriva dopo una breve camera di consiglio. A quanto pare la donna era stata già sottoposto ad alcune perizie. Addirittura in due occasioni e che avevano dato le stesse finalità.

 Uccise il figlio a mare, spuntano gli inquietanti messaggi della donna

Uccise il figlio
Torre Annunziata carabinieri (Ansa Foto) Notizie.com

Non è finita qui visto che, secondo quanto riportato da un carabinieri dopo aver risposto alle domande del pm, sono giunti anche altri retroscena. In particolar modo una serie di ricerche che la donna avrebbe effettuato direttamente sul suo cellulare (su Google). In particolar modo su quelle che riguardavano l’autismo ed anche tutti i modi possibili per poter uccidere un bambino. Delle ricerche a dir poco sconvolgenti che hanno lasciato tutti completamente senza parole.

Morte bimbo strangolato”, “buttare figlio in mare”, “bambino ucciso perché piangeva”, “ucciso con candeggina”, “strage familiare”, “uccide figlio disabile” e “aggressione con coltello pena“. Queste sono alcune delle ricerche che la donna avrebbe effettuato. Per l’accusa è un evidente segno di lucidità e premeditazione. Per i suoi avvocati, invece, un chiaro segnale che stava male ed in uno stato di confusione totale.

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