“Spara a Giorgia”, terza minaccia in meno di un mese. Minacce, simboli, bersagli: la grammatica dell’odio che richiama gli anni di piombo

La ripetizione delle scritte intimidatorie contro la premier Giorgia Meloni, accompagnate dalla stella a cinque punte delle Brigate Rosse, riporta alla mente una stagione buia della Repubblica.

Ancora una frase intimidatoria nei confronti della premier Giorgia Meloni. Ancora una volta la scritta “Spara a Giorgia” con la stella a cinque punte delle Brigate Rosse. Si tratta del secondo episodio in pochi giorni a Busto Arsizio, non lontano da Varese, ed il terzo in poco meno di un mese.

La scritta Spara a Giorgia sulla sede del Pd
Spara a Giorgia”, terza minaccia in meno di un mese. Minacce, simboli, bersagli: la grammatica dell’odio che richiama gli anni di piombo (ANSA FOTO) – Notizie.com

L’ultima scritta è apparsa sui muri a lato del quartier generale cittadino del Partito democratico, a Beata Giuliana, che ha subito condannato il gesto. L’episodio, immediatamente denunciato alla Digos che indaga con il commissariato cittadino di polizia di Stato, arriva a due giorni di distanza da un fatto identico segnalato sempre a Busto Arsizio. Nel primo caso la scritta “Spara a Giorgia” con stella a cinque punte era comparsa sulla sede della Lega.

La sola differenza tra i due fatti è rappresentata dallo spray utilizzato. Gli inquirenti stanno vagliando i filmati delle telecamere presenti in zona. L’obiettivo è dare un volto agli autori delle scritte intimidatorie, che potrebbero essere sempre gli stessi. Per il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana si tratta di un gesto da “condannare con forza, per evitare che una becera scritta si trasformi in qualcosa di molto più grave”.

“Rievocare il clima di violenza degli anni passati è inaccettabile”

Questi gesti, che rievocano il clima di violenza degli anni passati, sono inaccettabili. – ha detto il senatore Gianni Berrino, capogruppo di Fratelli d’Italia in Commissione Giustizia – La democrazia si nutre di rispetto reciproco, di confronto e di dialogo. Non di intimidazioni e violenza. La politica deve essere un luogo di dibattito costruttivo. E non di minacce che mettono a rischio la sicurezza e la libertà di chiunque sia al servizio della nazione. Questo episodio è un chiaro segnale che non possiamo abbassare la guardia”.

Sempre sul portone della sezione della Lega di via Culin lo scorso 31 ottobre sono stati fatti degli schizzi di vernice rossa. Qualche giorno dopo, su una parete del Municipio, in via Fratelli d’Italia, è apparsa la scritta “Fasci appesi”. Il primo episodio di scritte contro la premier risale al 7 dicembre scorso, denunciato via social media dal responsabile organizzazione di FdI Giovanni Donzelli. La frase si trovava su un muro a Marina di Pietrasanta.

La scritta Spara a Giorgia sulla sede della Lega
“Rievocare il clima di violenza degli anni passati è inaccettabile” (ANSA FOTO) – Notizie.com

Il Ministro della Difesa Guido Crosetto si è detto “spaventato da una violenza che cresce. Da un odio ideologico e politico che si cerca di alimentare. Abbassiamo i toni per evitare che dalle foto bruciate in piazza, dai confronti negati nelle Università, dagli assalti alle redazioni dei giornali si arrivi, senza quasi accorgersene, a compiere un balzo indietro di 50 anni, negli anni di piombo”.

In quegli anni terribili, tra il 1970 ed il 1980, l’Italia fu attraversata da un’ondata di violenza politica per mano di gruppi terroristici di estrema sinistra e di estrema destra. L’obiettivo era destabilizzare lo Stato democratico. Decine di omicidi politici, tra cui quello di Aldo Moro nel 1978, furono preceduti da minacce pubbliche e campagne intimidatorie. Le scritte apparse negli ultimi giorni ricalcano esattamente in particolare il linguaggio delle Brigate rosse, e non solo per la “firma” e per la stella a quinte punte.

Spesso i brigatisti indicavano esplicitamente il bersaglio ed istigavano alla violenza armata. In questo modo preannunciavano azioni e rivendicavano sequestri e omicidi. “Mi auguro che le forze dell’ordine – ha concluso Berrino – possano individuare presto i responsabili di questi atti incivili. E che si faccia piena luce su questo ennesimo episodio di violenza. È un dovere di tutti condannare fermamente qualsiasi gesto che minacci la sicurezza e la pace sociale”.

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