Ci sono alcuni miglioramenti, ma l’Italia sanitaria resta spaccata. Il nuovo rapporto Agenas conferma progressi negli esiti e nelle cure ed evidenzia gravi ritardi nel Mezzogiorno.
Migliora l’assistenza ma persistono i divari tra Nord e Sud negli ospedali italiani, specialmente nelle cure contro i tumori a pancreas e retto, e nella tempestività di accesso alle procedure salvavita. È questo il quadro che emerge dal rapporto annuale dell’Agenas, presentato al Ministero della Salute e che studia il Piano nazionale esiti. 
Sono 198 le strutture sanitarie italiane da “invitare al processo di revisione della qualità delle codifiche”, delle 1.117 prese in esame. Come si legge nel rapporto, “il dato risulta comunque in miglioramento rispetto allo scorso anno”. Le regioni rimandate si trovano in Campania (51), in Sicilia (43), Puglia (19) e Calabria (12).
I criteri di selezione delle strutture sono due: il livello rosso (quindi basso) di aderenza agli standard di qualità negli ultimi due anni di valutazione e le criticità nella codifica delle variabili cliniche o dei campi relativi a data e ora di intervento.
Cos’è il Piano Nazionale esiti di Agenas
Il Piano nazionale esiti svolge un ruolo di screening attraverso il monitoraggio degli indicatori, con particolare attenzione alle criticità organizzative dell’assistenza sanitaria e nel mantenimento degli standard di qualità, analizzando anche i cambiamenti nel tempo.
A livello nazionale migliorano gli esiti per le operazioni al femore negli over 65 entro le 48 ore e diminuiscono i parti cesarei. Complessivamente, si legge nel rapporto, “emerge il quadro di un sistema sanitario in grado di migliorare quando siano fissati riferimenti normativi precisi e i dispositivi di valutazione permettano di monitorare i progressi fatti, indirizzando il cambiamento verso obiettivi condivisi e misurabili”. 
Nel settore cardiovascolare, Agenas ha rilevato un calo del 21% dei ricoveri e un’alta concentrazione di casi. Nella chirurgia oncologica invece, è emerso che il trattamento dei tumori della mammella sono “in forte miglioramento”, con i casi trattati negli ospedali saliti dal 72% del 2015 al 90% del 2024. Lo stesso vale per il cancro al colon, alla prostata e ai polmoni.
Il quadro è in miglioramento anche per le resezioni pancreatiche. Livelli critici però al Sud e nelle Isole, dove viene trattato solo il 28% dei casi. Meglio anche gli interventi per la frattura del femore (inclusi gli anziani entro le 48 ore) e la tempestività dei trattamenti con l’angioplastica coronarica per infarto entro i 90 minuti che sale al 63% con valori peggiori al Sud.
Gravidanze e tagli cesarei: nessun ospedale è vicino allo standard dell’Oms
In Italia migliora anche l’appropriatezza clinica per i tagli cesarei primari che sono in calo dal 25% del 2015 al 22% del 2024. Ma ancora una volta con forti differenze tra Nord e Sud. Il Settentrione è più vicino allo standard del 15% dell’Oms, mentre in Meridione si registrano valori mediani anche sopra al 25%.
Le strutture sanitarie con maggiori punteggi si trovano soprattutto al Centro Nord. Nell’ambito cardiocircolatorio, gli ospedali migliori rispetto a tutti i sette indicatori sono in Lombardia e due in Lazio. Per quanto riguarda la chirurgia oncologica, gli ospedali migliori si trovano in Lombardia, Piemonte ed Emilia Romagna. Ma anche Veneto, Liguria, Toscana, Umbria, Marche, Lazio, Campania e Sicilia.
Anche per l’ambito gravidanza e parto invece, rispetto ai quattro indicatori e le 53 strutture considerate, le strutture migliori sono quelle del Nord Italia. Nel caso della Campania, quasi due ospedali su dieci tra pubblici e privati sono “rimandati” sulla base della valutazione.
