A poche ore dal sorteggio dei gironi, il Mondiale 2026 nasce già travolto dalle polemiche. La Fifa si prepara a consegnare a Donald Trump un discusso “Premio per la Pace”.
Mancano poche ore alla cerimonia del sorteggio dei gironi del Mondiale di calcio che si giocherà il prossimo anno negli Stati Uniti, in Canada e in Messico. E già imperversano le polemiche per il “deterioramento della situazione dei diritti umani negli Usa”. 
Presso il Kennedy Center di Washington, alle 18 ora italiana, si terrà il sorteggio del primo Mondiale Fifa a 48 squadre. Sarà anche il primo a giocarsi in tre nazioni. Saranno presenti il primo ministro canadese Mark Carney, la presidente messicana Claudia Sheinbaum, e il presidente degli Stati Uniti d’America Donald Trump.
Il presidente della Fifa Gianni Infantino, negli ultimi tempi molto legato a Trump, gli consegnerà con ogni probabilità il Premio Fifa per la Pace. Una nuova onorificenzache sembra cucita ad hoc per il tycoon. “È fondamentale riconoscere il contributo enorme di coloro che lavorano duro per porre fine ai conflitti. E per unire le persone in uno spirito di pace“, aveva detto Infantino annunciando il premio.
Sono 42 le squadre che avranno il loro nome all’interno delle urne
In molti hanno storto il naso, anche gli stessi dirigenti Fifa che lamentano di non essere nemmeno stati consultati per la decisione. Sono 42 le squadre che avranno il loro nome all’interno delle urne, mentre gli altri sei posti spetteranno alle sei vincitrici dei tornei di playoff. Tutte queste Nazionali – tra cui potrebbe eventualmente trovarsi l’Italia – sono inserite nella quarta e ultima fascia di sorteggio, assieme a squadre come Curacao, Capo Verde e Haiti. Tutte e quattro le fasce (da 12 nazionali) sono già state stabilite dalla Fifa.
Le teste di serie sono invece l’Argentina campione in carica, le tre nazioni ospitanti e poi Spagna, il Brasile di Carlo Ancelotti, Francia, Germania, Inghilterra, Portogallo, Olanda e Belgio. Si qualificheranno ai sedicesimi di finale le prime due di ciascuno dei 12 gruppi e le otto migliori terze. Ma, come già accennato, a tenere banco sono soprattutto le polemiche sui diritti umani. E sulla gestione sempre più autoritaria dell’immigrazione da parte del governo statunitense. 
“Il cosiddetto Premio per la Pace della Fifa – ha detto Minky Worden, responsabile dello sport per l’organizzazione internazionale Human Rights Watch – viene assegnato in un contesto di violente detenzioni di immigrati, dispiegamenti della guardia nazionale nelle città degli Stati Uniti. E dell’ossequiosa cancellazione delle campagne antirazzismo e antidiscriminazione della Fifa stessa. C’è ancora tempo per onorare le promesse della Fifa di un Mondiale non macchiato da violazioni dei diritti umani, ma il tempo stringe“.
A 200 giorni dal calcio d’inizio, i crescenti attacchi contro gli immigrati negli Stati Uniti, la cancellazione da parte della Fifa dei messaggi antidiscriminazione e le minacce alla libertà di stampa e ai diritti dei manifestanti non lasciano ben sperare.
“Ogni quattro anni, miliardi di persone rivolgono la loro attenzione alla Coppa del Mondo e ai Paesi ospitanti. – ha dichiarato Clayton Weimers, direttore esecutivo di Reporter senza frontiere (Rsf) Usa – Si affidano ai giornalisti per fornire informazioni affidabili e contestualizzate. In modo da raccontare la storia di questo torneo, sia dentro sia fuori dal campo. Purtroppo, i giornalisti negli Stati Uniti vedono il loro accesso limitato, i loro visti minacciati e la loro sicurezza messa a repentaglio”.





