L’esperto Claudio Bertolotti spiega perché l’ingresso dell’Ucraina nella Nato non è mai stato un’opzione reale. E quali sono i limiti strutturali dell’Europa.
Per il presidente russo Vladimir Putin, che ha rilasciato un’intervista a India Today, la Nato, che è un’alleanza politico-militare, rappresenta una minaccia per Mosca. E l’adesione dell’Ucraina a tale alleanza “è inaccettabile”. 
“Ma non c’è mai stata una reale opzione di ingresso dell’Ucraina nella Nato. Se ne è parlato, ma io ho sempre ribadito un concetto, dall’inizio della guerra a oggi. Non c’è nessun interesse affinché l’Ucraina diventi parte della Nato, perché l’Ucraina è un obiettivo potenziale della Russia e questo vorrebbe dire esporre il fianco est dell’Alleanza a una minaccia ben maggiore rispetto a quella attuale”.
Ne è convinto Claudio Bertolotti, ricercatore di Start Insight. Per il capo del Cremlino la Nato ha infranto la promessa di non estendersi verso est. E l’Ucraina, proclamando l’indipendenza, si è impegnata a rimanere uno stato neutrale. Secondo Putin l’Ucraina penserebbe di guadagnare qualcosa dall’adesione alla Nato. “Ma noi diciamo: minaccia la nostra sicurezza. – ha dichiarato il presidente russo – Troviamo un modo per garantire la vostra sicurezza senza mettere a repentaglio la nostra”.
Bertolotti (Start Insight): “L’Europa non è una minaccia per la Russia”
Sono ancora ore ad altissima tensione sul fronte geopolitico, con minacce presunte o velate tra Nato e Russia che si rincorrono da giorni. Sin da quando il presidente del Comitato militare Giuseppe Cavo Dragone si starebbero valutando anche azioni “proattive” e non solo “reattive”. Sul fronte dei negoziati per la pace in Ucraina c’è il piano presentato dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump, su cui hanno espresso molti dubbi sia Kiev sia l’Europa.
Ma la Ue oggi ha la forza politica e militare per garantire la sopravvivenza di Kiev anche contro la volontà della Casa Bianca? “No, ed è esplicito, perché le risorse militari europee non hanno la capacità politica per imporre la propria visione e la propria volontà. – ha continuato l’esperto – L’Europa non è una minaccia per la Russia, tant’è che Putin non si è mai opposto all’idea che l’Ucraina possa entrare nell’orbita dell’Unione Europea, mentre si è fermamente opposto al suo ingresso nella Nato.
Questo fa capire esattamente qual è il punto di vista di Putin nei confronti dell’Ue e quali siano le capacità europee. Quello che l’Unione europea può fare è continuare a finanziare l’Ucraina affinché questa possa comprare armi dagli Stati Uniti, perché dal punto di vista della capacità produttiva l’Europa non ha i mezzi per eguagliare le esigenze di una guerra di media intensità“. 
L’Ucraina e gli alleati europei hanno accusato il presidente russo di fingere interesse per la pace dopo che cinque ore di colloqui con gli inviati statunitensi al Cremlino non hanno prodotto alcun progresso. Putin ha accusato gli europei di sabotare gli sforzi di pace guidati dagli Stati Uniti. E ha avvertito che, se provocata, la Russia sarebbe pronta alla guerra con l’Europa. Dall’invasione del 2022, i governi europei, insieme agli Stati Uniti, hanno speso miliardi di dollari per sostenere Kiev finanziariamente e militarmente.
“Non dobbiamo dimenticare che l’occupazione del Donbass, il suo riconoscimento de facto, così come previsto nella prima bozza di accordo di pace, – ci ha spiegato Claudio Bertolotti – rappresenta l’obiettivo minimo della Russia. Perché la Federazione russa, e Putin in particolare, nel febbraio 2022 aveva come obiettivo la caduta del governo ucraino e l’instaurazione di un regime change. Cioè un governo favorevole a Mosca.
“Un’azione di disinformazione e influenza sull’opinione pubblica ucraina”
Il fatto che nel 2014 non ci sia stata un’opposizione decisa da parte della comunità internazionale ha consentito alla Russia di percepire quella ‘appropriazione’ come un’azione non contrastata. Questo le ha permesso di arrivare al 2022 e lanciare un’offensiva militare che, nelle intenzioni, avrebbe dovuto portare al collasso del governo ucraino. Io vedo nel futuro, nel medio periodo, 5-10 anni, un ulteriore passo avanti.
Un passo che potrebbe essere anticipato da un’azione di disinformazione e influenza sull’opinione pubblica ucraina. Fino a favorire l’elezione di un presidente filo-russo o una polarizzazione talmente forte da rendere ‘necessario’, secondo la visione russa, un intervento di Mosca. Tutto questo rientra nel concetto di Russkiy mir, il ‘mondo russo’, che per Mosca deve essere protetto dal punto di vista culturale, politico e fisico. Anche nei confronti dei cittadini russi o russofoni che vivono fuori dai confini della Federazione”.
Sotto la presidenza Trump gli Stati Uniti hanno attenuato il loro sostegno a Kiev, spingendo invece per porre fine alla guerra. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha affermato che “il mondo sente chiaramente che la possibilità di porre fine alla guerra esiste“. Ma la proposta di pace statunitense, resa pubblica il mese scorso, è stata criticata per essere fortemente sbilanciata a favore di Mosca.
“La guerra non sta finendo. – ha concluso Bertolotti – Gli ucraini combatteranno finché rimarranno aperti i rubinetti degli Stati Uniti e, molto più secondariamente, dell’Europa. La Russia andrà avanti senza sosta. Mantiene un vantaggio tattico fin dall’inizio del conflitto, con una capacità di avanzamento minima ma costante e comunque favorevole a Mosca”.





