Una rete criminale transnazionale saccheggiava i tesori archeologici dei Balcani e li riciclava nel mercato dell’arte europeo: 35 arresti.
La regione dei Balcani e l’Italia, ricche di storia antica, ospitano inestimabili tesori archeologici greci e romani che da tempo attraggono reti criminali. Malviventi che spesso si dedicano a saccheggi, furti e altre attività illecite. Riciclando manufatti rubati attraverso il mercato dell’arte. 
C’è tutto questo dietro l’operazione dell’Europol che ha portato allo smantellamento di una rete criminale coinvolta nel traffico su larga scala di beni culturali in tutta Europa e oltre. Il blitz ha coinvolto le forze dell’ordine e le autorità giudiziarie di Albania, Francia, Germania, Grecia, Italia e Regno Unito. Le azioni operative sono state coordinate dai centri di coordinamento di Sofia, in Bulgaria, e da Eurojust. Le attività investigative sono ancora in corso.
L’indagine è iniziata dopo un’irruzione domiciliare condotta nel 2020 in Bulgaria. Qui le autorità hanno sequestrato circa 7mila reperti culturali di inestimabile valore storico e monetario. Questi oggetti, principalmente antichità greco-romane e tracie, hanno un valore immenso per la loro unicità e importanza storica. La mancanza di una chiara documentazione sulla provenienza di molti di questi oggetti, stabilita dalle autorità bulgare all’epoca, ha sollevato sospetti di acquisizione illegale.
L’operazione ha portato a 35 arresti e 131 perquisizioni
Dopo il sequestro, i reperti sono stati conservati presso il Museo Nazionale di Storia bulgara di Sofia in attesa di ulteriori indagini. L’operazione ha portato a 35 arresti e 131 perquisizioni tra case, veicoli e cassette di sicurezza bancarie (1 in Albania, 120 in Bulgaria, 3 in Francia, 3 in Germania, 4 in Grecia). I sequestri comprendono oltre 3mila manufatti (monete antiche d’oro e d’argento e altre antichità) per un valore stimato di oltre 100 milioni di euro. Si tratta di opere d’arte, armi, documenti, apparecchiature elettroniche. Sequestrati anche oltre 50mila euro in contanti e oro da investimento.
Uno dei principali sospettati avrebbe finanziato scavi illegali in Bulgaria e nei Paesi balcanici. Si ritiene che saccheggiatori locali, presumibilmente al servizio di intermediari, siano stati coinvolti nelle operazioni illecite. La collezione d’arte sequestrata nel 2020 comprende oggetti unici, alcuni dei quali risalenti al 2000 a.C.. Parliamo di maschere, equipaggiamento militare, gioielli, vasi, rhyton e coppe delle civiltà tracia e greco-romana. 
La maggior parte dei manufatti non presentava alcuna documentazione di provenienza, mentre solo alcuni ne avevano di dubbia, rilasciata da case d’asta e gallerie d’arte di tutto il mondo, principalmente con sede in Francia, Germania, Regno Unito e Stati Uniti. Da giugno 2024, su iniziativa delle autorità bulgare, Europol ha istituito una task force operativa per facilitare lo scambio di informazioni, il coordinamento e il supporto analitico.
La particolare vulnerabilità del mercato dell’arte alle attività criminali è aggravata dall’elevata domanda da parte dei collezionisti e di coloro che cercano di riciclare fondi illeciti. Le reti criminali sfruttano lacune normative, aggirando i controlli di due diligence per introdurre sul mercato reperti trafugati, compresi quelli provenienti da zone di conflitto come Siria e Iraq.





