Contanti fino a 10mila euro, ma con il “pedaggio”: da FdI una nuova tassa da 500 euro. Com’è cambiata la legge negli ultimi trent’anni

Un emendamento presentato da Fratelli d’Italia alzerebbe il tetto ai pagamenti in contanti, ma introdurrebbe fattura obbligatoria e controlli stringenti da parte dell’Agenzia delle Entrate.

Dal 1 gennaio 2026 potrebbero essere ammessi i pagamenti i contanti sopra i 5mila euro e fino ai 10mila, pagando però una tassa da 500 euro. È quanto emerge da un emendamento di Fratelli d’Italia alla manovra.

Tetto ai pagamenti in contanti, emendamento alla manovra
Contanti fino a 10mila euro, ma con il “pedaggio”: da FdI la nuova tassa da 500 euro. Una lunga storia di limiti e governi – Notizie.com

È istituita un’imposta speciale di bollo, – si legge nel provvedimento nella misura fissa di euro 500, su ogni pagamento per l’acquisto di beni o servizi effettuato in denaro contante, nel territorio dello Stato, per un importo compreso tra 5.001 e 10mila euro“. L’imposta riguarderebbe “tutti i soggetti, residenti e non residenti nel territorio dello Stato“. Il primo firmatario dell’emendamento è il parlamentare di FdI Matteo Gelmetti, ed è stato depositato in Commissione bilancio del Senato.

Oggi il tetto per i contanti è di 5mila euro, sopra i quali bisogna obbligatoriamente ricorrere a forme di pagamento tracciabili (carte o bonifico). L’emendamento alzerebbe perciò il tetto a 10mila euro ma applicherebbe un “pedaggio”. Per i pagamenti, qualora il provvedimento venisse approvato e con esso l’intera manovra, sarà obbligatoria la fattura. Chi acquista dovrà apporre sul documento un contrassegno di bollo da 500 euro.

Una misura anti-riciclaggio ed anti-evasione, una lunga storia

A quel punto, copia e contrassegno dovranno essere consegnati al venditori. Tutta la documentazione dovrà poi essere vagliata dall’Agenzia delle Entrate. Alzare il limite dei contanti è da anni una misura identitaria del centrodestra, da conciliare però con i controlli anti-evasione. L’obbligo di fatturare impedisce di fatto che l’operazione resti anonima o sotto-traccia, e la tassa da 500 euro rappresenta comunque un disincentivo. L’emendamento potrebbe entrare a far parte della manovra, e venire applicato a partire dal 1 gennaio 2026.

Il limite all’uso dei contanti nel nostro Paese è nato come una misura anti-riciclaggio ed anti-evasione, ed ha subito numerose modifiche nel corso degli anni. È stato introdotto per la prima volta dal governo di Giulio Andreotti nel 1991, su pressione delle politiche europee contro l’evasione ed il riciclaggio: allora il limite imposto era di 20 milioni di lire. Nel 2002, con il passaggio all’euro, il tetto è diventato di 12.500 euro.

L'ex premier Mario Monti
Una misura anti-riciclaggio ed anti-evasione, una lunga storia (ANSA FOTO) – Notizie.com

Successivamente, nel 2008, il quarto esecutivo di Silvio Berlusconi, con Ministro dell’Economia Giulio Tremonti, ha abbassato il limite a 5mila euro, poi diminuito due anni dopo, ancora su iniziativa del titolare del Dicastero, a 2500 euro. Un anno dopo, con il famoso decreto legge Salva Italia, il governo di Mario Monti ha deciso per un taglio drastico a mille euro. Ne 2016 Matteo Renzi ha rialzato il tetto a 3mila euro, allineandolo agli standard europei.

Nel 2022 il secondo governo di Giuseppe Conte ha lasciato in eredità all’esecutivo di Mario Draghi una nuova riduzione a mille euro. L’economista lo ha poi confermato. Infine, l’ultima modifica voluta dal governo di Giorgia Meloni tuttora in carica: il limite è stato fissato a 5mila euro dal 1 gennaio 2023.

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