Giovanissimi sempre più fragili, boom di diagnosi e psicofarmaci. Il presidente Sip: “Vulnerabili anche al forte stress da social”

L’ultimo rapporto OsMed, diffuso in queste ore da Aifa, segna una linea di confine col passato. Tra i dati che hanno destato maggiore preoccupazioni quelli riguardanti i più piccoli.

Dal 2016 sono più che raddoppiati tra bambini ed adolescenti italiani i consumi di psicofarmaci. Il dato è emerso con forza dall’annuale Rapporto OsMed sull’uso dei farmaci in Italia.

Psicofarmaci e minori, è allarme
Giovanissimi sempre più fragili, boom di diagnosi e psicofarmaci. Il presidente Sip: “Il presidente Sip: “Vulnerabili anche al forte stress da social”” – Notizie.com

Questo rilievo, appena apparso, era abbastanza atteso. Da tempo si parla dell’aumento della prevalenza e dell’incidenza di disturbi psicopatologici nei giovani e nei giovanissimi. È un dato in crescita negli ultimi anni, confermato dalla Società italiana di psichiatria e da quella di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza. Lo vediamo nella pratica dei servizi, dei pronto soccorso. Il dato va di pari passo con questo incremento di prevalenza e incidenza”.

A parlare, in esclusiva per Notizie.com, è Antonio Vita, presidente della Società italiana di psichiatria (Sip). Nel dossier realizzato dall’Agenzia italiana del farmaco (Aifa), si legge che si è passati da 20,6 confezioni per 1000 bambini (prevalenza pari allo 0,26%) nel 2016 a 59,3 confezioni per 1000 bambini (prevalenza dello 0,57%) nel 2024. Si tratta soprattutto di antipsicotici, antidepressivi e farmaci per l’Adhd.

Vita (presidente Spi): “I social media solo apparentemente ampliano la rete sociale”

Contribuiscono due fattori. – ci ha spiegato il presidente Vita – Da un lato, sicuramente la maggiore consapevolezza sia degli specialisti e degli operatori, sia delle famiglie e delle scuole, che oggi sono più in grado di rilevare e anche di affidarsi ai servizi di cura rispetto al passato. Questo tema comprende, naturalmente, anche il ruolo dei media. Questi favoriscono la diffusione delle informazioni e avvicinano le persone ai nostri servizi.

Dall’altro lato, sono aumentati i fattori di rischio, soprattutto di tipo psicosociale. Isolamento, minore supporto sociale e un’esposizione più alta alle droghe e alle sostanze stupefacenti. Un fenomeno che sappiamo essere cresciuto in questo periodo, oltre agli stressor (fattori di stress, ndr) sociali.

Si è parlato tanto dei social media che, apparentemente, ampliano la rete sociale. In realtà creano situazioni di stress, di difficoltà e, paradossalmente, di maggior isolamento. Tutto ciò contribuisce ad aumentare o intersecare la vulnerabilità di questi giovani e giovanissimi. Il rischio di medicalizzazione esiste, ma in questo momento credo che i primi fattori prevalgano sui secondi”.

Psicofarmaci e minori nella vita quotidiana
Vita (presidente Spi): “I social media solo apparentemente ampliano la rete sociale” – Notizie.com

Il ricorso agli psicofarmaci presenta un andamento crescente per età. Raggiungendo il massimo nella fascia 12‐17 anni, nella quale si registra un consumo di 129,1 confezioni per 1000 e una prevalenza dell’1,17%. Un trend in crescita, in linea con i risultati di altri studi epidemiologici internazionali pubblicati. Ciò evidenzia una generale tendenza all’aumento dei tassi di prescrizione di questi medicinali in tutti i Paesi del mondo. Soprattutto in seguito alla pandemia di Covid‐19.

La pandemia, soprattutto nei giovani e giovanissimi, è stata un detonatore, un fattore di isolamento e un surrogato delle relazioni, spesso sostituite dai social. – ha continuato il presidente Sip – In un periodo di vulnerabilità, da un punto di vista psicobiologico, come quello dell’età tardoinfantile e della prima adolescenza, ha sicuramente giocato un ruolo importante.

Poi i sono altri fattori come l’uso di droghe e sostanze, e i livelli sempre più alti di aspettative che anche nei giovani e giovanissimi si tendono a creare, rappresentando uno stressor prolungato. Questo è un elemento importante da sottolineare. I servizi stanno rispondendo, ma come sempre riescono a intercettare solo una parte del disagio, non la totalità. Servirebbero momenti di maggiore prossimità capillare, anche a bassa soglia, in cui i giovani possano rivolgersi con maggiore facilità e familiarità”.

“Serve attenzione: la prescrizione di psicofarmaci deve essere appropriata”

In Italia, però, nonostante l’aumento osservato negli ultimi anni, l’uso dei farmaci psicotropi rimane sensibilmente più basso rispetto ad altri Paesi. Nel 2024 la prescrizione di questi medicinali nella popolazione pediatrica italiana si attesta allo 0,57%, un dato sì raddoppiato rispetto al 2020 (0,30%), ma ancora inferiore rispetto ad altri Paesi europei (ad esempio la Francia con 1,61%) ed extra‐europei (Stati Uniti 24,7%‐26,3%).

Storicamente, forse, abbiamo avuto un approccio fin troppo prudente e attendista. – ha concluso Antonio Vita – Oggi, o soprattutto negli ultimi anni l’approccio si sta modificando e probabilmente stiamo iniziando a utilizzare più precocemente alcune evidenze di efficacia. È chiaro, però, che serve attenzione: la prescrizione di psicofarmaci deve essere appropriata, guidata da équipe esperte e non lasciata al singolo soggetto, alla singola famiglia o al singolo interlocutore. Deve essere monitorata nel tempo, non deve essere erogata in modo eccessivo e nemmeno sospesa o reiterata senza un adeguato monitoraggio medico specialistico”.

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