Una malattia endemica nell’Africa occidentale “è insolita per portata e gravità” secondo l’Organizzazione mondiale alla Sanità. Cosa sappiamo finora.
Tra il 20 settembre e il 30 ottobre 2025, le autorità sanitarie nazionali di due Paesi dell’Africa occidentale, Mauritania e Senegal, hanno segnalato un totale di 404 casi umani confermati di febbre della Rift Valley (Rvf), inclusi 42 decessi. 
La Rvf è una malattia zoonotica che colpisce principalmente gli animali, ma può infettare anche gli esseri umani. La maggior parte delle infezioni deriva dal contatto con sangue o organi di animali infetti, ma anche dalle punture di zanzare infette. Ad oggi, non è stata documentata alcuna trasmissione da uomo a uomo. Se la Rvf provoca spesso gravi malattie negli animali, il suo impatto sugli esseri umani varia da lievi sintomi simil-influenzali a grave febbre emorragica che può essere fatale.
La Rvf è endemica in entrambi i Paesi, dove sono state precedentemente segnalate epidemie ricorrenti sia nel bestiame sia negli esseri umani. Il rischio di un’ulteriore diffusione rimane elevato. Ciò, soprattutto in presenza di condizioni ambientali favorevoli alla proliferazione delle zanzare, periodi di forti piogge e aumento dell’attività delle zanzare. Nonché spostamenti di bestiame all’interno del Paese.
L’uomo può contrarre l’infezione consumando latte non pastorizzato o poco cotto
La risposta alle epidemie di Febbre della Rift Valley richiede un approccio one health. Un approccio basato su una maggiore collaborazione tra i settori della salute umana, animale e ambientale, in entrambi i Paesi e a livello regionale. L’Oms, in collaborazione con l’Organizzazione mondiale per la salute animale (Woah) e l’Organizzazione delle Nazioni unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura (Fao), attualmente valuta il rischio complessivo come elevato a livello nazionale.
Le categorie professionali a più alto rischio includono allevatori, agricoltori, addetti ai macelli e veterinari. L’uomo può contrarre l’infezione consumando latte non pastorizzato o poco cotto di animali infetti. La maggior parte degli individui infetti non manifesta sintomi o manifesta solo una lieve malattia, caratterizzata da febbre, debolezza generale, dolore lombare e vertigini. 
Una piccola percentuale di pazienti (circa il 2%) progredisce verso una forma grave della malattia, che può manifestarsi in una o più manifestazioni cliniche: forma oculare (che comporta l’infiammazione dell’occhio), meningoencefalite (infiammazione del cervello) e forma emorragica (sanguinamento). In entrambi i Paesi, sono stati dispiegati team multidisciplinari di risposta rapida, composti da personale dei ministeri della Salute e dei servizi veterinari a livello nazionale e subnazionale, per condurre indagini approfondite e attuare misure di risposta all’epidemia. L’attuale epidemia di Rvf in Senegal e Mauritania è insolita per portata e gravità, sebbene entrambi i Paesi siano endemici per la malattia.
È stata segnalata un’elevata percentuale di casi umani gravi, il che riflette potenzialmente lacune nell’individuazione dei casi e limitazioni nella gestione clinica ottimizzata. In Senegal, circa l’11% dei casi umani confermati ha presentato sintomi emorragici, di cui 20 hanno causato il decesso. La situazione è particolarmente preoccupante in Mauritania, dove il tasso di mortalità ha raggiunto il 30%.





