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Tecnologia

Stop ai servizi Microsoft per l’Esercito israeliano a Gaza e in Cisgiordania: “Inchiesta interna su obiettivi militari e civili”

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Francesco Ferrigno

Raggiunto l’accordo sul cessate il fuoco a Gaza, sono ora in corso le operazioni di rilascio degli ostaggi di Israele da parte di Hamas. Ma le indagini su ciò che è accaduto nella Striscia in due anni di guerra sono appena all’inizio.

Nell’agosto scorso un’inchiesta giornalista condotta, tra gli altri, dall’inglese The Guardian, ha svelato che l’intelligence militare israeliana, la Unit 8200, ha utilizzato i servizi cloud Azure di Microsoft nelle operazioni di intercettazione telefonica a Gaza e Cisgiordania.

Stop ai servizi Microsoft per l’Esercito israeliano a Gaza e in Cisgiordania: “Inchiesta interna su obiettivi militari e civili” (ANSA FOTO) – Notizie.com

Dopo le accuse, il 25 settembre l’azienda fondata da Bill Gates ha fatto sapere di aver disattivato specifici abbonamenti. Anche quelli riguardanti l’archiviazione in cloud e l’Intelligenza artificiale. Human rights watch ed altre cinque organizzazioni internazionali tra cui Amnesty International hanno scritto a Microsoft il 26 settembre. La decisione di Microsoft è stata accolta positivamente, ma la multinazionale statunitense è stata invitata a riesaminare tutti i suoi contratti con l’Esercito israeliano e altre autorità governative.

Secondo le organizzazioni Microsoft dovrebbe individuare qualsiasi servizio o prodotto che contribuisca alle violazioni dei diritti umani da parte delle autorità militari o governative israeliane e, ove necessario, interrompere il rapporto. “Microsoft ha compiuto un primo passo importante – ha dichiarato Deborah Brown, vicedirettrice per la tecnologia e i diritti umani di Hrwverso la limitazione dell’uso di tecnologie specifiche da parte di un’unità dell’Esercito israeliano per la repressione dei palestinesi”.

Il caso degli strumenti The Gospel e Lavender

Microsoft attualmente sta svolgendo una nuova indagine interna e la risposta alle organizzazioni è attesa entro la fine di ottobre. Secondo una ricerca di Hrw l’Idf, ovvero l’Esercito di Tel Aviv, avrebbe utilizzato nel conflitto a Gaza contro Hamas, quattro strumenti digitali per la pianificazione militare e la selezione degli obiettivi. Il primo si basa sul tracciamento dei telefoni cellulari per monitorare l’evacuazione dei palestinesi da alcune zone della Striscia di Gaza settentrionale. Un altro, che l’Esercito chiama Il Vangelo (The Gospel), genera elenchi di edifici o altri obiettivi strutturali da attaccare.

Poi c’è Lavanda (Lavender), che assegna valutazioni alle persone a Gaza in base alla loro sospetta affiliazione a gruppi armati palestinesi allo scopo di etichettarle come obiettivi militari. Dov’è papà? (Where’s daddy?), infine, determina quando un obiettivo si trova in una posizione specifica, in modo da poterlo attaccare. Lavender e Gospel si affiderebbero all’Ia per distinguere tra obiettivi militari e civili. Non è stato possibile documentare quando e dove l’Esercito israeliano abbia utilizzato questi strumenti digitali.

Il caso degli strumenti The Gospel e Lavender (ANSA FOTO) – Notizie.com

Secondo Human rights watch ciò solleverebbe serie preoccupazioni ai sensi dell’articolo 10 della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti umani dell’Onu. In particolare per il principio di distinzione tra obiettivi militari e civili. E la necessità di adottare tutte le precauzioni possibili per ridurre al minimo i danni. L’attacco di Israele a Gaza  ha provocato l’uccisione di oltre 67mila palestinesi, tra cui almeno 20mila bambini. Ha distrutto la maggior parte delle scuole, degli ospedali, delle case e delle infrastrutture civili di Gaza.

In base ai Principi guida delle Nazioni Unite su imprese e diritti umani, pubblicamente sottoscritti da Microsoft, le aziende hanno la responsabilità di evitare di causare o contribuire a violazioni dei diritti umani. E di affrontare i rischi direttamente collegati alle loro attività e relazioni commerciali.

Il monitoraggio dell’evacuazione a Gaza

Nel maggio 2024, Hrw ha scoperto dati pubblicati online dall’Esercito israeliano. Questi includevano quelli che sembrano essere dati operativi relativi ai sistemi utilizzati per monitorare l’evacuazione e gli spostamenti delle persone attraverso Gaza. Inoltre prevedevano i probabili danni ai civili che sarebbero causati da attacchi in aree specifiche. I dati erano inclusi nel codice sorgente del sito web di informazioni sull’evacuazione dell’esercito israeliano. C’erano anche informazioni personali e i cognomi delle famiglie più popolose in ogni isolato.

Le autorità israeliane avrebbero anche utilizzato queste informazioni nella Cisgiordania occupata per “ricattare persone, metterle in detenzione o persino giustificarne l’uccisione a posteriori“. Microsoft ha osservato che la sua stessa analisi interna, ancora in corso, “ha trovato prove a supporto di elementi del reportage del The Guardian“.

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Francesco Ferrigno