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Cronaca

Incendi boschivi, bruciata un’area pari a 125mila campi da calcio nel 2025. Ispra: “Con sempre più roghi si rischia di perdere la biodiversità”

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Francesco Ferrigno

Ispra nelle scorse ore ha diffuso i dati aggiornati degli incendi boschivi dal 1 gennaio al 15 settembre 2025. Il quadro è disarmante. L’analisi, in esclusiva, di un esperto dell’Istituto.

Nel tempo, nelle aree ad alta frequenza di incendi, gli ecosistemi impattati possono essere soggetti a perdita di biodiversità e funzionalità”. L’ultimo report di Ispra parla chiaro. Fino a questo momento nel 2025 oltre 1600 roghi boschivi hanno bruciato una superficie totale di quasi 890 km2, pari a 125mila campi da calcio.

Incendi boschivi, bruciata un’area pari a 125mila campi da calcio nel 2025. Ispra: “Con sempre più roghi si rischia di perdere la biodiversità” (ANSA FOTO) – Notizie.com

Come ogni anno sono molte le regioni colpite da incendio boschivo, ma non tutte allo stesso modo”. Così, in esclusiva per Notizie.com, Roberto Inghillesi del Centro di sorveglianza ambientale di Ispra. L’Istituto superiore per la ricerca e la protezione ambientale ha fatto sapere che la stagione incendi 2025 compete con quella del 2023 per il peggiore risultato negli ultimi quattro anni. Sia in termini di superficie complessiva bruciata, sia per impatto sugli ecosistemi forestali.

Le regioni più colpite sono la Sicilia, la Calabria, la Puglia e la Campania. Insieme contribuiscono per l’85% alle aree totali bruciate a scala nazionale. “Se consideriamo gli ultimi cinque anni, – ci ha spiegato Inghillesi – indipendentemente da quanto sia effettivamente bruciato, la Sicilia ha sempre contribuito per almeno il 50% al totale della superficie percorsa da incendio a livello nazionale”.

Roghi, Inghillesi (Ispra) in esclusiva per Notizie.com: “Oscillazioni associabili alle condizioni climatiche”

Nel 2025, la provincia di Agrigento risulta essere quella maggiormente interessata da incendi con una superficie totale percorsa pari a 171 km2 (19% di tutta la superficie percorsa da incendio a livello nazionale). Il territorio provinciale con le superfici forestali maggiormente impattate da incendi risulta essere il Cosentino con 13 km2 di ecosistemi forestali percorsi da incendio. C’è un incremento di eventi dolosi, oppure pesa di più la crisi climatica e la cattiva gestione del territorio?

Non possiamo dire – ha chiarito il ricercatore – che nelle regioni con le maggiori estensioni di superficie bruciata (come Sicilia e Calabria) negli ultimi anni ci sia stato un visibile aumento degli incendi boschivi. Esistono tuttavia forti oscillazioni associabili in parte alle condizioni climatiche di grande scala. E, localmente, all’efficacia dell’azione di prevenzione e contrasto agli incendi a livello regionale”.

Roghi, Inghillesi (Ispra) in esclusiva per Notizie.com: “Oscillazioni associabili alle condizioni climatiche” (ANSA FOTO) – Notizie.com

Il 39% degli ecosistemi forestali colpiti ricade all’interno di aree protette, in gran parte appartenenti ai siti della Rete Natura 2000. Nella provincia di Trapani, il 20 luglio un vasto incendio ha interessato oltre 55 chilometri quadri di superfici naturali arbustive e prative. L’area percorsa dal fuoco ricade prevalentemente all’interno di siti ad elevato valore naturalistico, tra cui i siti della Riserva naturale regionale orientata dello zingaro.

Non c’è una tendenza visibile all’aumento su scala nazionale degli incendi boschivi in aree protette. – ha dichiarato Roberto Inghillesi – Anche la percentuale degli ecosistemi forestali in aree protette, rispetto a tutti gli altri in Italia, è stimata intorno al 40%. I boschi meno colpiti da incendio sono dunque quelli collocati nelle regioni dove si brucia di meno, non dove ci sono più aree protette. Gli strumenti di prevenzione e controllo a livello regionale ci sono e funzionano in gran parte del Paese”.

I boschi mediterranei hanno sviluppato diversi adattamenti evolutivi”

Sulle pendici del Vesuvio, dal 5 al 12 agosto, un incendio di vaste proporzioni ha interessato circa 8 chilometri quadri. I territori comunali interessati sono stati Boscotrecase, Ottaviano, San Giuseppe Vesuviano, Terzigno e Trecase. Tutta la superficie bruciata ricade all’interno del settore sud-orientale del Parco nazionale del Vesuvio e siti della Rete Natura 2000. Negli ultimi anni si parla molto di “resilienza ambientale”, eppure rischiamo di perdere per sempre ampie porzioni di foreste e biodiversità.

In ecologia la resilienza – ha concluso il rappresentante di Ispra – è la capacità di un ecosistema di ritornare al suo stato iniziale, dopo essere stato sottoposto ad un disturbo. Sempre in ecologia, la resistenza ambientale, è la capacità di un ecosistema di mantenere inalterato il proprio stato resistendo ad un disturbo. I boschi mediterranei hanno sviluppato diversi adattamenti evolutivi al disturbo specifico degli incendi. Sia di resilienza sia di resistenza, come la capacità della corteccia delle sughere di essere fortemente ignifuga.

Tuttavia, nel tempo, nelle aree ad alta frequenza di incendi, gli ecosistemi impattati possono essere soggetti a perdita di biodiversità e funzionalità. Numerosi ad oggi sono gli sforzi anche in ambito comunitario, con direttive europee e nazionali, normative nazionali e regionali e iniziative a scala locale in ambito di ripristino e restauro ambientale”.

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Francesco Ferrigno