Dodici+mesi+per+riformare+i+commercialisti%2C+ma+%C3%A8+scontro+nella+categoria.+Il+presidente+Anc+Cuchel%3A+%26%238220%3BValorizzare+il+ruolo%2C+non+gli+interessi+di+pochi%26%238221%3B
notiziecom
/2025/10/11/dodici-mesi-per-riformare-i-commercialisti-ma-e-scontro-nella-categoria-il-presidente-anc-cuchel-valorizzare-il-ruolo-non-gli-interessi-di-pochi/amp/
Economia

Dodici mesi per riformare i commercialisti, ma è scontro nella categoria. Il presidente Anc Cuchel: “Valorizzare il ruolo, non gli interessi di pochi”

Published by
Francesco Ferrigno

Il Consiglio dei Ministri ha approvato un disegno di legge delega sulla riforma dell’ordinamento dei commercialisti. Sullo sfondo, però, c’è un durissimo scontro nella categoria. Parla il presidente Anc Marco Cuchel.

La riforma della nostra Carta Costituzionale, poiché questo è un ordinamento professionale, non può essere costruita a porte chiuse e presentata come un pacchetto già confezionato. Sarebbe stato doveroso aprire un confronto vero. Non è stato fatto”.

Dodici mesi per riformare i commercialisti, ma è scontro nella categoria. Il presidente Anc Cuchel: “Valorizzare il ruolo, non gli interessi di pochi” (ANC FOTO) – Notizie.com

A parlare, in esclusiva per Notizie.com, è Marco Cuchel, presidente dell’Associazione nazionale commercialisti (Anc). Il tema è quello della riforma dell’ordinamento dei commercialisti e degli esperti contabili, sul quale è in atto un vero e proprio scontro all’interno della categoria. Sia il Consiglio nazionale sia l’Anc sono favorevoli alla riforma, ma l’Associazione è contraria alla stesura proposta dal Consiglio.

Il Consiglio dei Ministri, dopo un primo rinvio, ha approvato un disegno di legge delega volto alla riforma dell’ordinamento. Si tratta in sostanza di un tentativo di mediazione. Le nuove regole non entrano in vigore da subito, bensì ci sono dodici mesi di tempo per redarre i decreti attuativi che effettivamente poi renderanno operativa la riforma. La partita, insomma, è ancora aperta. Ma perché non si è scelto un percorso più partecipato, con votazioni ufficiali e confronto ampio?

Cuchel (Anc) in esclusiva per Notizie.com: “La riforma non può essere costruita a porte chiuse”

È proprio questo il punto che Anc ha denunciato sin dall’inizio. – ci ha spiegato Cuchel – La riforma della nostra Carta Costituzionale, poiché questo è un ordinamento professionale, non può essere costruita a porte chiuse e presentata come un pacchetto già confezionato. Sarebbe stato doveroso aprire un confronto vero con ordini territoriali, associazioni, casse di previdenza e con la base dei colleghi, anche attraverso consultazioni e votazioni trasparenti. Non è stato fatto.

È stato concesso solo un tempo eccessivamente breve per far pervenire osservazioni in forma scritta, in maggioranza non recepite. La categoria è stata privata del confronto democratico e della concreta condivisione. Il Cndcec (il Consiglio nazionale, ndr) ha scelto la via breve. Con il risultato che il progetto è arrivato in Consiglio dei Ministri senza un mandato chiaro né una condivisione reale.

Cuchel (Anc) in esclusiva per Notizie.com: “La riforma non può essere costruita a porte chiuse” (ANC FOTO) – Notizie.com

L’Anc ha sempre sostenuto che la riforma della categoria deve nascere dal basso, deve rappresentare un momento di intensa condivisione con tutte le anime che ne fanno parte, deve prevedere studi e confronti sui temi di maggiore impatto, non essere calata dall’alto”.

La riforma dibattuta è molto corposa. Riguarda competenze, accesso alla professione, organi di categoria, compensi, elezioni, formazione. È la parte elettorale quella che maggiormente preoccupa l’Associazione, poiché il nuovo sistema potrebbe favorire pochi mettendo a rischio la rappresentanza. Poi, c’è la questione della sostenibilità previdenziale, sulla quale anche il governo ha ritenuto doveroso procedere con calma dopo gli approfondimenti necessari. Ci sono garanzie in merito?

“Riforma concentrata sulla modifica del sistema elettorale del Consiglio nazionale”

Le garanzie dovevano arrivare da un lavoro tecnico serio e trasparente che, com’è evidente dalla posizione assunta dal Cdm, non è stato effettuato. – ha continuato il presidente dell’Anc – Quando si parla di previdenza, non bastano rassicurazioni generiche. Servono studi attuariali, dati certi, valutazioni di impatto condivise con le casse. Il governo ha fatto bene a fermarsi. Il rischio era reale e riguardava la sostenibilità futura della previdenza della categoria con rischi di impatto, nel tempo, sulla finanza pubblica. Per Anc la previdenza è un bene comune che non può essere oggetto di scambi politici o di calcoli di breve periodo”.

La legge delega è pronta per la pubblicazione in Gazzetta ufficiale. E, come già accennato, da quel momento l’esecutivo della premier Giorgia Meloni avrà dodici mesi per scrivere i decreti. Un tempo che servirà per continuare il confronto sia politico sia interno alla categoria. Il Consiglio nazionale potrebbe aver puntato più sull’accentramento di potere che sulla crescita equilibrata della professione?

Non si tratta di accuse, ma di un dato di fatto. – ha concluso Marco Cuchel – La riforma, così come presentata, non contiene misure di rilancio per la professione. È concentrata quasi esclusivamente sulla modifica del sistema elettorale del Consiglio nazionale. È evidente che questo sposta l’attenzione dagli interessi collettivi a quelli di pochi. Anc ritiene che il vero compito del Consiglio nazionale debba essere quello di sostenere la crescita della categoria, difenderne i territori professionali e valorizzarne il ruolo sociale. Non di blindare assetti di potere interni”.

Published by
Francesco Ferrigno