Lo cercavano ovunque, ed era proprio li: la caccia al latitante finisce nel modo più clamoroso

Dai domiciliari al carcere: il blitz dei carabinieri svela un nascondiglio insospettabile e riporta il caso del 23 enne di Giugliano in Campania sotto i riflettori.

Lo cercavano ovunque, ed era proprio lì: la caccia al latitante finisce nel modo più clamoroso. In un quartiere ordinario della periferia nord di Napoli, dove il via vai dei palazzi popolari mescola abitudini e sospetti, una storia di detenzione domiciliare trasformata in fuga ha tenuto col fiato sospeso per settimane investigatori e residenti. L’eco d’una ricerca ostinata, fatta di appostamenti discreti, porte bussate all’alba e interrogativi lasciati a mezz’aria, ha attraversato Giugliano in Campania come un sussurro collettivo.

macchine della polizia i notte, luci acese
Lo cercavano ovunque, ed era proprio li: la caccia al latitante finisce nel modo più clamoroso (Notizie.com)

Tutti sapevano che qualcuno mancava all’appello; nessuno immaginava quanto vicino potesse essere. Da un lato il rigore delle procedure, i tempi del provvedimento giudiziario, la pena da scontare; dall’altro la determinazione di un giovane deciso a sottrarsi all’epilogo annunciato. In mezzo, il lavoro silenzioso dei carabinieri, chiamati a ricomporre una mappa di legami, abitudini, nascondigli possibili. È la cronaca di una caccia che s’intreccia con la quotidianità: citofoni che trillano, finestre che si richiudono, corridoi di condomìni trasformati in corridoi d’indagine. E quando la tensione sembra stemperarsi, arriva l’intuizione che cambia tutto.

Dal provvedimento alla cattura: cronaca di un inseguimento a domicilio

Il protagonista è un 23enne di Giugliano in Campania, già sottoposto a detenzione domiciliare per una pena residua legata a truffa e altri reati. A fine estate, l’Ufficio di sorveglianza di Napoli ha disposto la sospensione della misura alternativa, ordinandone il trasferimento in carcere per due anni: da quel momento il giovane si è reso irreperibile.

Il 20 agosto segna l’inizio di una latitanza breve ma insidiosa, durante la quale la sezione operativa della Compagnia di Giugliano in Campania ha incrociato segnalazioni, pedinamenti e verifiche sul territorio. La pista decisiva conduce all’abitazione della madre, dove un blitz preparato nei dettagli svela la realtà: il ricercato è lì, nascosto nell’armadio, a pochi passi dall’ingresso. Bloccato senza incidenti, viene preso in consegna dai carabinieri e subito trasferito in carcere, mettendo fine a un capitolo cominciato tra le mura di casa e concluso nello stesso, paradossale perimetro.

Secondo fonti investigative, i movimenti attorno al palazzo erano stati monitorati a lungo: orari, visite, cambi di abitudini. A tradire il rifugio sarebbe stata una routine spezzata, un paio di tapparelle abbassate, il silenzio del pianerottolo. Dettagli che, sul taccuino degli operanti, fanno la differenza. L’operazione è scattata all’alba, con accessi simultanei ai piani e varchi di sicurezza presidiati: un impianto tipico dei controlli destinati a chi risulta latitante, per evitare vie di fuga e dispersione di prove. Nessuna resistenza, solo lo stupore di trovarlo raggomitolato tra cappotti e scatole, nello stesso armadio che custodiva cambi di stagione e segreti.

ragazzo con manette di spalle
Dal provvedimento alla cattura: cronaca di un inseguimento a domicilio (Notizie.com)

Il caso riaccende il dibattito sulle misure alternative e sulla loro efficacia. La detenzione domiciliare, se violata, può rapidamente trasformarsi in aggravamento della pena, come prevede il provvedimento di sospensione firmato dall’Ufficio di sorveglianza. Ma resta la domanda: perché alcuni scelgono la fuga, rischiando di più, invece di presentarsi all’autorità giudiziaria? Gli specialisti parlano di impulso, di cattiva consulenza, talvolta di pressioni familiari. Intanto, per le forze dell’ordine, ogni evasione impone uno sforzo ulteriore di presidio del territorio.

Per la Compagnia di Giugliano in Campania l’epilogo è anche un messaggio: la prossimità diventa strumento d’indagine. Cercare lontano può essere suggestivo, ma spesso l’indizio decisivo è dietro l’angolo, nei cortili, negli androni, dentro un armadio chiuso a chiave. E la geografia della fuga si riduce a pochi metri, quando il cerchio si stringe e i carabinieri bussano alla porta giusta.

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