Sciopero generale per Gaza, come i social hanno veicolato emozioni collettive: “I giornali hanno dimostrato il loro ruolo essenziale”

Lo sciopero generale di oggi 3 ottobre 2025 è il risultato di una serie di mobilitazioni favorite da giornali e social media: l’analisi dell’esperta di comunicazione digitale.

Si è creato un esempio concreto di ciò che il sociologo Derrick de Kerckhove definisce ‘sistema limbico’. Attraverso la rete, si riesce a catturare l’attenzione, e i concetti a trasferirsi e a diffondersi”.

Sciopero pro Palestina in Italia
Sciopero generale per Gaza, come i social hanno veicolato emozioni collettive: “I giornali hanno dimostrato il loro ruolo essenziale” (ANSA FOTO) – Notizie.com

Così Maria Pia Rossignaud su quanto sta avvenendo in queste ore in Italia dove centinaia di migliaia di persone sono scese in piazza per lo sciopero generale di oggi 3 ottobre 2025 per la mobilitazione pro Palestina e in segno di solidarietà agli attivisti della Global sumud flotilla, la missione umanitaria bloccata da Israele e poche miglia nautiche dalla Striscia di Gaza.

Rossignaud è direttrice della rivista Media Duemila, vicepresidente dell’associazione Osservatorio TuttiMedia, Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana, per il suo impegno nel giornalismo e la comunicazione digitale. “Il contesto è simile a quello di altri fenomeni precedenti, – ci ha spiegato l’esperta come la Primavera Araba, i Free Hugs, o persino il Gangnam Style. Tutti elementi nati dal nulla, che hanno assunto valore di protesta: anche Gangnam Style era nato in Corea come forma di satira e contestazione contro i ricchi e il sistema”.

Rossignaud in esclusiva per Notizie.com: “Si è riattivato un meccanismo che molti pensavano fosse ormai morto”

La giornalista ha visto quindi un parallelo tra i tre fenomeni citati e le manifestazioni italiane. La dimostrazione di come immagini, emozioni e simboli possano diffondersi velocemente anche grazie ai social media e ai media tradizionali. “Se guardiamo all’Italia, si è riattivato un meccanismo che molti pensavano fosse ormai morto: la gente che scende in strada a protestare.ha continuato Maria Pia Rossignaud – I media secondo me hanno dimostrato il loro ruolo essenziale”.

Secondo la vicepresidente di TuttiMedia “i giornali servono, eccome, perché danno attenzione a contesti in cui la democrazia va difesa. Io li considero ancora i ‘cani da guardia’ della democrazia. In questo caso hanno creato un’emozione collettiva, hanno fatto sì che persone di diversi ceti e sensibilità si ritrovassero unite nel protestare contro ciò che non va. C’è un tema etico, c’è un tema di difesa dei valori democratici”.

Sciopero pro Palestina in Italia oggi
Rossignaud in esclusiva per Notizie.com: “Si è riattivato un meccanismo che molti pensavano fosse ormai morto” (ANSA FOTO) – Notizie.com

Lo sciopero ha portato a cortei, blocchi di scuole, uffici, fabbriche, porti, aeroporti e autostrade. Momenti di tensione si sono registrati in diverse zone d’Italia. Governo e maggioranza hanno fortemente criticato le agitazioni, mentre l’opposizione le ha difese a spada tratta. Le polemiche, con ogni probabilità, andranno avanti per giorni.

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Fino a poco tempo fa pensavamo che Israele fosse un Paese simile al nostro, che difendeva la democrazia, l’etica, la convivenza pacifica. – ha dichiarato Rossignaud – Oggi questa percezione vacilla. Non so se definirei questo evento un nuovo fenomeno sociale destinato a cambiare la storia, ma di certo internet e i media tradizionali insieme hanno raggiunto l’obiettivo: far rinascere un’emozione collettiva contro un’ingiustizia. Perché, parliamoci chiaro, si tratta di un’ingiustizia.

La Fotilla ha ripercorso un cammino già fatto nel 2010. Allora le navi erano poche. Oggi invece si parla di 44 navi, con arrivi anche dalla Turchia. Un fenomeno più ampio, che coinvolge anche Paesi dove le garanzie democratiche non sono scontate. Ecco perché lo definirei un esempio concreto del ‘sistema limbico’ di cui parlava Derrick de Kerckhove. La rete e i media tradizionali insieme, con il ruolo fondamentale dei giornalisti che fanno informazione di qualità, possono davvero trasformare la teoria in pratica e dare forza a un movimento collettivo“.

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