Jannik Sinner torna protagonista a Pechino: la finale può ridurre il gap da Alcaraz e riaprire la corsa al numero uno.
La rincorsa di Jannik Sinner al primo posto mondiale passa ancora una volta dalla Cina, in una settimana che ha già offerto emozioni e colpi di scena. Dopo il successo in semifinale, l’azzurro è pronto a giocarsi il titolo nell’Atp 500 di Pechino, con la possibilità di accorciare il distacco da Carlos Alcaraz.
L’avversario in finale sarà l’americano Tien, rivelazione del torneo e autore di un’impresa contro Medvedev. Per Sinner, però, la posta in palio va oltre il trofeo: ogni punto diventa determinante nella lotta al vertice. Le strategie di calendario, le scelte degli avversari e i risultati delle prossime settimane peseranno come e più delle prestazioni sul campo. Shanghai incombe, con i suoi scarti e i suoi bonus da gestire, e i margini si fanno sempre più sottili. La stagione entra così nella fase più delicata, dove continuità e lucidità possono fare la differenza.
Sinner a un passo dal trionfo: la finale di Pechino vale molto più di un trofeo
Jannik Sinner è di nuovo lì, a un passo dal trofeo e al centro della grande narrazione di questo finale di stagione. A Pechino, nell’Atp 500 che mercoledì 1 ottobre lo vedrà affrontare l’americano Tien dopo la sorprendente eliminazione di Medvedev, l’azzurro insegue due obiettivi che s’intrecciano: il titolo e la rincorsa al numero uno. Un anno fa, in Cina, la corsa si era fermata all’ultimo atto; oggi il copione cambia, ma la posta in palio è identica: punti pesanti per la classifica e un messaggio forte ai rivali. Sullo sfondo c’è Alcaraz, tornato al vertice con il successo agli US Open e la scelta di non presentarsi a Pechino, preferendo trionfare a Tokyo, dove ha battuto Fritz e “difeso” l’equivalente dei 500.
Non è solo un braccio di ferro tecnico, è una gara di gestione, calendari e dettagli: chi sbaglia calcolo paga. Sinner arriva al match forte della semifinale vinta su De Minaur e di una continuità che nelle ultime settimane ha fatto la differenza. Ma quanto può incidere questa finale sul ranking? E, soprattutto, quali incastri dei prossimi giorni potrebbero riaprire davvero la porta del primo posto? Le risposte passano per Pechino, ma guardano già oltre.
Il quadro aritmetico è chiaro: con il successo in semifinale l’azzurro è salito a 10.780 punti e, in caso di vittoria in finale, toccherebbe quota 10.950. Alcaraz, grazie al titolo di Tokyo e ai 500 “conservati” rispetto a Pechino, è a 11.540: resterà dunque davanti comunque vada, ma il margine si ridurrebbe a 590. La partita decisiva potrebbe giocarsi a Shanghai, nel Masters 1000 che lo spagnolo ha annunciato di non disputare, lasciando per strada il bottino dello scorso anno; Sinner invece dovrà difendere il titolo del 2024, quando superò Djokovic in finale. Tra scarti e difese, l’azzurro ha una finestra concreta: servono passi pesanti ora e gestione perfetta nelle settimane indoor.
Contro Tien, 18 anni e già capace di un colpo da copertina eliminando Medvedev, peseranno i dettagli: la risposta ai primi servizi, la gestione dei turni in avvio, l’ordine negli scambi da fondocampo. Il cemento cinese ha prodotto rimbalzi puliti e poco margine agli scambi sporchi: un ambiente ideale per la pulizia di colpi di Sinner, a patto di tenere alto il rendimento con la seconda. In palio non c’è soltanto un titolo: il bottino di punti può orientare le prossime scelte di calendario e la pressione sugli avversari. Vincere a Pechino significherebbe presentarsi a Shanghai con inerzia, fiducia e conti favorevoli, perché ogni turno superato nel Masters 1000 avrebbe un impatto proporzionalmente maggiore nella corsa alla classifica.
Il margine, oggi, racconta di un inseguimento possibile più che probabile: 590 lunghezze, se arriverà il titolo, sono poche quando all’orizzonte c’è un Masters 1000 senza lo spagnolo. Ma i conti del ranking vivono di scarti: ciò che Sinner somma a Shanghai dovrà compensare la dote da campione in carica, mentre gli appuntamenti europei, da Vienna a Bercy, ridisegneranno ancora il quadro. Intanto la vittoria di Alcaraz a Tokyo ha rimesso benzina nel serbatoio del leader, rinviando il testa a testa definitivo. Sarà quindi una gara di nervi oltre che di qualità: scegliere dove spingere, dove gestire, e come restare lucidi mentre il primo posto torna davvero a portata di mano, adesso.