Ci sono anche i Pfas, i cosiddetti inquinanti eterni, nell’aggiornamento degli elenchi degli inquinanti delle acque sotterranee e superficiali dell’Europa. Tutti i dettagli.
Elenchi aggiornati degli inquinanti, liste di controllo delle sostanze, obiettivo zero inquinamento entro il 2050. Il Parlamento ed il Consiglio europeo hanno raggiunto un accordo sulla riduzione dell’inquinamento delle acque sotterranee e superficiali.
Per quanto riguarda le acque sotterranee, i negoziatori hanno concordato di ampliare l’elenco delle sostanze per le quali si applicano standard di qualità ambientale (valori soglia). Includendo alcuni prodotti farmaceutici, sostanze industriali e i Pfas. Ovvero, le sostanze perfluoroalchiliche e polifluoroalchiliche, note anche come sostanze chimiche eterne.
L’accordo prevede inoltre la creazione di una lista di controllo per le sostanze potenzialmente preoccupanti da sottoporre a monitoraggio per una possibile inclusione nell’elenco degli inquinanti. Secondo il provvedimento, l’elenco delle sostanze prioritarie nelle acque superficiali per le quali si applicano valori soglia verrebbe notevolmente ampliato rispetto alla legislazione attuale.
I Pfas nei rapporti scientifici preparati dall’Echa
Ciò avverrebbe con l’aggiunta appunto di Pfas (tra cui l’acido trifluoroacetico o Tfa), ma non solo. Si sommeranno nuovi prodotti farmaceutici (come diclofenac e ibuprofene), sostanze industriali (bisfenolo-A) e pesticidi (glifosato). In base ai rapporti scientifici preparati dall’Echa (l’Agenzia europea per le sostanze chimiche), le microplastiche e gli indicatori di resistenza antimicrobica dovranno essere inclusi nelle liste di controllo, ad una condizione. Ovvero, se saranno disponibili metodi affidabili di campionamento e analisi che non comportino costi eccessivi.
I negoziatori hanno concordato che la Commissione valuti le opzioni per l’istituzione, il finanziamento e il funzionamento di un meccanismo di monitoraggio congiunto dell’Unione europea. L’obiettivo è contribuire ad alleviare gli oneri finanziari e amministrativi degli Stati membri. La relazione, prevista diciotto mesi dopo l’entrata in vigore della direttiva, dovrebbe essere seguita da una proposta legislativa che istituisca il meccanismo.
Tre anni dopo l’entrata in vigore delle nuove norme, la Commissione dovrà valutare la possibilità di includere un meccanismo di responsabilità estesa del produttore. Il meccanismo imporrebbe ai produttori delle sostanze elencate di contribuire ai costi dei programmi di monitoraggio. Su iniziativa del Parlamento, il testo menzionerà specificamente l’obbligo per gli Stati membri di garantire ai cittadini e alle ong l’accesso a procedure di revisione amministrativa e giudiziaria.
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“L’Europa sta affrontando una crisi idrica. Siccità, inondazioni e inquinamento chimico esercitano una pressione crescente sulle nostre risorse – ha detto il relatore Javi López (S&D) – Questo accordo ci fornisce strumenti più efficaci per rispondere. Standard aggiornati sugli inquinanti, l’inclusione di nuove sostanze, un monitoraggio. E una comunicazione dei dati più efficaci e una maggiore attenzione agli inquinanti emergenti. Si tratta di un passo decisivo verso acque più pulite, ecosistemi più sani e la protezione della salute umana in tutta l’Unione“.