La difficile situazione sulla Global Sumud Flotilla nelle ultime ore, dall’incontro con Crosetto e Schlein e il rischio di una reazione di Israele.
Domenica la Global Sumud Flotilla ha lasciato le acque greche ed è salpata verso Gaza. Mancano 350 miglia all’arrivo, e la situazione diventa sempre più complessa. Una barca è in avaria. 
Dopo la partenza e il ritorno in acque internazionali, i droni hanno cominciato nuovamente a sorvolare le 42 imbarcazioni che ospitato 300 partecipanti, ma questa volta si sono mantenuti ad alta quota e non hanno attaccato.
Il governo italiano mostra sempre più preoccupazione e sta crescendo la paura di un nuovo attacco nelle prossime 24-48 ore per fermare definitivamente gli attivisti. Il ministro della Difesa Guido Crosetto ha incontrato una delegazione del Global Moviment for Gaza, ed ha nuovamente manifestato la sua preoccupazione per l’incolumità dei volontari, dal momento che il governo non potrà garantire la loro sicurezza in acque internazionali.
“Se la Flotilla forza il blocco navale si espone a pericoli elevatissimi e non gestibili”, ha detto Crosetto, come riporta l’Adnkronos. La proposta agli attivisti resta sempre la stessa: lasciare gli aiuti al Patriarcato Latino e invertire la rotta, senza tentare di forzare il blocco navale di Israele.
Ma gli attivisti sono decisi a continuare la missione. La delegazione ha incontrato anche la segretaria Dem Elly Schlein, che ha ribadito: “Il governo deve fare tutto il possibile per proteggere questa missione pacificva e umanitaria”.
Israele: “Provocazione utile ad Hamas”
Il punto di vista di Israele è però diverso. La missione della Global Sumud Flotilla è per il Ministero degli Esteri una “provocazione utile ad Hamas”. Ma cosa farà Tel Aviv? Una delle ipotesi è che l’Idf possa intercettare la Flotilla in alto mare per bloccare tutte le imbarcazioni.
Il blocco potrebbe essere effettuato con un’operazione di abbordaggio come quella di inizio giugno alla nave Madleen. In quell’occasione l’imbarcazione è stata sequestrata e gli attivisti sono stati fermati e portati sulla terraferma. 
Secondo il quotidiano La Repubblica, il presidente della Repubblica israeliano Isaac Herzog ha assicurato all’Italia che l’esercito non userà la forza e non metterà in pericolo la vita dei volontari.
A scortare la Flotilla ci sono due navi italiane e una spagnola, ma nessuna di loro reagirebbe a un eventuale attacco da parte dell’Idf. Il loro compito è stare lì per fornire soccorso agli attivisti.
Non è escluso però, che all’ultimo minuto qualcosa possa cambiare. La Stampa riposta che la Global Sumud Flotilla potrebbe accettare di cambiare rotta a due condizioni: che il corridoio umanitario diventi permanente, e che gli aiuti umanitaria siano mediati soltanto dalla Chiesa e non dai governi.





