Era molto atteso l’intervento all’Assemblea dell’Onu del premier di Israele Benjamin Netanyahu. Le sue parole sulla guerra a Gaza, sul 7 ottobre, sulla soluzione a due Stati. Tutti i dettagli.
“Mostri” che hanno ucciso migliaia di persone, e ne hanno prese in ostaggio centinaia. Che si starebbero nascondendo in tunnel, edifici, scuole e ospedali della Striscia di Gaza. Che stanno uccidendo, minacciando, affamando e utilizzando la propria gente come scudo umano.
È stato durissimo l’intervento del premier israeliano Benjamin Netanyahu contro Hamas all’Assemblea dell’Onu riunita a New York. Il leader ebraico ha parlato alle Nazioni unite, al mondo, e il suo messaggio è stato inviato anche nella stessa Striscia, in quanto l’Esercito ha preso il controllo dei telefoni dei residenti. Prima che iniziasse a parlare, moltissimi rappresentanti di Paesi si sono allontanati dall’aula.
La pressione internazionale su Tel Aviv è difatti enorme, e Netanyahu ha difeso la propria strategia di annientare il gruppo terroristico di Hamas, responsabile delle stragi del 7 ottobre 2023 in Israele. “Se ciò che è accaduto a noi – ha detto il premier – fosse accaduto agli Stati Uniti, a quel regime sarebbe stato consentito di continuare ad operare? Non credo proprio”. Israele è accusato da più parti di aver reagito però in maniera “sproporzionata”, e di stare compiendo a Gaza un vero e proprio genocidio.
Netanyahu all’Onu: “Ogni vittima civile per noi è una tragedia, per Hamas è una strategia”
“Chi compie un genocidio – ha sottolineato Netanyahu – non averte la popolazione prima degli attacchi, non lancia volantini affinché i cittadini si allontanino. E chi voleva andarsene è stato minacciato, pistola alla testa, da Hamas. Ogni vittima civile per noi è una tragedia, per Hamas invece è una strategia. La carestia? Abbiamo consegnato a Gaza l’equivalente di tremila calorie al giorno per ogni abitante della Striscia. Ma quegli aiuti sono stati sequestrati e rivenduti a carissimo prezzo dai terroristi”.
Dunque per il capo del governo dello Stato ebraico a compiere il genocidio sarebbe Hamas. E, ribaltando la versione fornita ieri dal presidente dell’Autorità nazionale palestinese (Anp), ha affermato che sarebbero proprio gli arabi a non accettare l’esistenza di Israele.
“Di fatto – ha continuato Benjamin Netanyahu – i palestinesi uno Stato ce l’hanno avuto. E cosa hanno fatto? Ci hanno ripetutamente attaccato, lo hanno trasformato nella roccaforte dei terroristi. L’Anp è corrotta fino al midollo”.
Il messaggio è stato inviato così anche ai Paesi che nelle ultime settimane, e nel corso della stessa Assemblea dell’Onu, hanno riconosciuto lo Stato della Palestina. Una strategia che, per Israele, non solo premierebbe i terroristi ma isolerebbe Tel Aviv, che con l’inizio della guerra ad Hamas ha visto scemare man mano l’appoggio internazionale soprattutto “a causa di una narrazione mediatica distorta”. “Come diceva il profeta – ha dichiarato Netanyahu – state trasformando il male in bene e il bene in male”.