La Commissione Juri (Affari giuridici) del Parlamento europeo ha respinto la revoca dell’immunità all’eurodeputata di Avs Ilaria Salis.
I parlamentari della Commissione Juri di Bruxelles hanno respinto la richiesta di revoca dell’immunità avanzata dall’Ungheria per l’eurodeputata italiana di Avs Ilaria Salis. A questo punto la parola definitiva passa all’Assemblea plenaria che si riunirà e voterà ai primi di ottobre.
Stando alle prime indiscrezioni, per il voto, che è segreto, sarebbero risultati decisivi i voti del Partito popolare europeo (Ppe), di cui in Europa fa parte anche Forza Italia. Bisogna ricordare che Budapest accusa Salis di aggressione a due neonazisti. Il voto della Plenaria è indipendente da quello della Juri, ma tradizionalmente l’Assemblea conferma il parere della commissione.
C’era preoccupazione alla vigilia, poiché il relatore del fascicolo, il popolare spagnolo Adrian Vazquez Lazara, sarebbe stato preoccupato dal fatto che il caso avrebbe costituito un precedente utile agli indipendentisti catalani. Di mezzo c’era anche la campagna elettorale ungherese. Il voto su Salis si è svolto contemporaneamente al voto sulla revoca dell’immunità dell’eurodeputato popolare ungherese Péter Magyar.
Caso Salis, Benifei (Pd): “Non subirà l’ingiustizia”. Salvini (Lega): “Vergogna”
Quest’ultimo, ex esponente del governo, oggi è il leader dell’opposizione, ed è avanti nei sondaggi rispetto a Viktor Orbán per il voto di aprile. Magyar è accusato, tra le altre cose, di aver gettato nel Danubio il telefono di un contestatore. In Commissione c’era anche l’eurodeputato del Partito democratico Brando Benifei che ha confermato: “Ilaria Salis è libera: non verrà riportata in carcere in Ungheria, non subirà l’ingiustizia del governo di Orban”.
Di parere opposto il vicepremier, Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti e leader della Lega Matteo Salvini. “Chi sbaglia non paga. Vergogna. Poltrona salva, dignità persa”. Sul tavolo della Commissione c’era l’accertamento dell’assenza del fumus persecuzionis. Per revocare l’immunità gli eurodeputati avrebbero dovuto ritenere che l’iniziativa giudiziaria non fosse mossa da intenti persecutori. Così non è stato.
Ilaria Salis, insegnante originaria di Monza e militante di estrema sinistra, era stata arrestata in Ungheria per aver aggredito due neonazisti in occasione della giornata dell’onore. un raduno che si tiene ogni 11 febbraio e che commemora il tentativo fallito da parte dei nazisti di rompere l’assedio dell’Armata Rossa a Budapest nel 1945. Salis è rimasta in carcere per oltre un anno. Il suo caso è salito alla ribalta delle cronache quando sono state diffuse alcune immagini che la ritraevano con le catene ai piedi e un guinzaglio al collo. Una volta eletta eurodeputata, è stata rilasciata.
Nelle ore di tensione che hanno preceduto il voto, l’eurodeputata aveva affermato che “revocare l’immunità significherebbe consegnarmi a una persecuzione già in atto”. “La mia intenzione non è mai stata quella di sottrarmi a un processo. – aveva dichiarato Ilaria Salis – Fin dal giorno zero di quei lunghi, terribili quindici mesi di carcerazione preventiva ho chiesto che il processo si tenesse in Italia. In un Paese civile, dove vige lo stato di diritto. Dove accuse e prove possono essere valutate in modo equo e trasparente, con tutte le garanzie democratiche”.
Il portavoce ungherese: “Una criminale pericolosa che merita di stare in prigione”
A “salvare” Salis sarebbe stato un solo voto di scarto, 13 a 12. A difesa dell’eurodeputata si sarebbero schieratigli 11 eurodeputati dei gruppi della Sinistra Ue, dei Verdi, dei Socialisti e dei Liberali. Tra questi figuravano anche gli italiani Mario Furore (M5s) e i dem Benifei e Alessandro Zan. È mistero invece su chi siano le due “manine” che all’ultimo hanno ribaltato il risultato del voto. Tra le ipotesi c’è quella di due defezioni tra i Popolari. In Commissione c’erano 7 eurodeputati, tra cui però nessun italiano.
Infuriato il portavoce del governo ungherese Zoltan Kovacs che ha parlato di “terrorismo di estrema sinistra“. “I compagni di Bruxelles – ha sottolineato – stanno facendo di tutto per evitarle di rispondere delle proprie azioni. Mantenendo la sua immunità, non solo giustificano un criminale, ma di fatto danno rifugio a un terrorista antifascista. Non dimenticheremo e non ci arrenderemo. Ilaria Salis è una criminale pericolosa che merita di stare in prigione“. Dall’Italia ha commentato la vicenda anche il leader di Azione Carlo Calenda: “Il problema è Orban ma è anche candidare una persona che va in giro a spaccare teste. Un poco di silenzio ci starebbe bene“.