È stata condannata ancora una volta Zhang Zhan, la reporter nota per essere stata la prima in Cina a documentare quanto stava accadendo a Wuhan nel 2020.
La giornalista cinese Zhang Zhan è stata nuovamente condannata nei giorni scorsi a quattro anni di carcere. A renderlo noto è stata in queste ore l’organizzazione non governativa Reporter senza frontiere (Rsf).
La giovane ha già trascorso quattro anni in prigione per aver diffuso alcune delle prime notizie sul Covid-19 da Wuhan, la città della Cina da cui il virus è partito per diffondersi in tutto il mondo. Prima del processo Rsf aveva esortato la comunità diplomatica internazionale a mobilitarsi immediatamente per garantire la sua sicurezza e chiedere il suo rilascio dal carcere.
La giornalista si è ritrovata nuovamente davanti ai giudici il 19 settembre scorso presso il Tribunale popolare della nuova area di Pudong a Shanghai. I pubblici ministeri avevano chiesto una condanna tra i quattro e i cinque anni di carcere per le accuse di “attaccare briga” e “provocare disordini”. Secondo Rsf si tratterebbe di reati spesso utilizzati dal governo cinese per prendere di mira giornalisti e voci indipendenti.
Zhang Zhan, lo sciopero della fame e l’alimentazione forzata
Zhang è stata arrestata per la prima volta il 14 maggio 2020 mentre seguiva le prime fasi della diffusione della malattia da Covid-19 nella città di Wuhan. Prima di finire in carcere, aveva pubblicato più di cento video sui social media che documentavano gli effetti della pandemia. Sette mesi dopo è stata condannata a quattro anni di carcere. Durante la sua detenzione, Rsf ha condotto una campagna per il suo rilascio e ha denunciato i maltrattamenti a cui era stata sottoposta.
Zhang Zhan ha rischiato di morire dopo aver intrapreso uno sciopero della fame totale per protestare contro i maltrattamenti. Le guardie carcerarie la alimentavano forzatamente attraverso un sondino nasale e a volte la lasciavano ammanettata per giorni. Il 28 agosto 2024, Zhang Zhan è stata nuovamente arrestata e successivamente rinchiusa nel centro di detenzione di Pudong a Shanghai, in seguito alla pubblicazione di un suo reportage sulle violazioni dei diritti umani da parte della Cina.
Nell’ultimo anno, la giornalista è stata completamente isolata e quasi tutte le informazioni che la riguardano sono state secretate.
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“Zhang Zhan dovrebbe essere celebrata come un’eroina dell’informazione. – ha detto Antonio Bernardo, direttore dell’Advocacy e dell’assistenza di Reporter senza frontiere – Invece, è nuovamente perseguitata dal regime cinese, lottando per la sua sopravvivenza in prigione. Tutti gli occhi devono ora essere puntati sulla Cina. Stiamo lanciando l’allarme: questa non è solo un’azione penale, è una persecuzione. È più urgente che mai che la comunità diplomatica internazionale faccia pressione su Pechino per il suo rilascio immediato”.