L’intervento di Giorgia Meloni a Fenix 2025, la festa di Gioventù Nazionale: la riforma di Medicina, Charlie Kirk, il ricordo di Falcone e Borsellino.
Da un lato il raduno della Lega a Pontida, dall’altro Fenix, la festa di Gioventù nazionale. Domenica 21 settembre è il giorno del centrodestra in Italia e da entrambi i palchi è arrivato l’ultimo saluto a Charlie Kirk, il giovane trumpiano 31enne che è stato ucciso nei giorni scorsi durante un dibattito all’Università.
Mentre sono in corso i preparativi per i funerali in Arizona, la premier Giorgia Meloni ha ricordato come l’attivista era considerato “pericoloso”, perché “smontava con la logica la narrazione del mainstream”. E per questo, “andava fermato, perché libero, coraggioso e capace. E le persone così fanno paura a chi pensa di poter imporre con la forza le proprie convinzioni”.
“L’odio”, ha aggiungo la premier, “non è finito con la sua morte”. E attraverso i commenti anche di “sedicenti intellettuali”, “abbiamo avuto la diapositiva”, di cosa sia “non la sinistra italiana, ma la sinistra mondiale”.
L’attacco di Meloni alla sinistra: “Non siamo come loro, a muoverci non è l’odio, ma l’amore”
“Noi non siamo come loro e non lo diventeremo mai. Non cadremo nella loro trappola, perché sarà sempre l’amore, mai l’odio a muovere quello che facciamo”.
Ai giovani del centrodestra, Meloni ha ricordato che loro non sono la “gioventù meloniana, perché io non sono un valore, ma una persona che compatte con voi per l’Italia”. E “se siete qui è perché non siete dei burattini, se siete qui è perché ragionate con la vostra testa, non vi limitate a ripetere quello che dicono gli altri”. Inoltre, “non credete a quello che la gran parte dei media e una minoranza organizzata sui social tenta di propinarvi ogni giorno”.
La premier nel suo discorso ha poi rivendicato la riforma dell’accesso alla Facoltà di Medicina, considerandola “una piccola ma grande rivoluzione fondata sul merito”. E più in generale, ha parlato di “liberare” la scuola “dalla gabbia della sinistra”.
Che “si occupa di dare uno stabile pubblico agli sfollati del Leoncavallo, noi abbiamo messo 670 milioni di euro sul fondo di garanzia statale per l’acquisto della prima casa e lavoriamo per un piano per le giovani coppie per case a prezzi calmierati”.
“Abbiamo rimesso al centro il merito”
“Non ne possiamo più dei disastri del ’68”, ha aggiunto Meloni, “del 6 politico, della de-meritocrazia costruita su una distorta concezione dell’uguaglianza. Le scuole e le università devono essere liberate dalla gabbia opprimente e asfissiante in cui la sinistra le ha tenute per anni”.
Il ricordo di Falcone e Borsellino
Come in altre occasioni, Meloni ha ricordato i giudici antimafia: “Abbiamo avuto il coraggio di dire che la mafia fa schifo e la combatteremo con tutte le forze che abbiamo. Che non cederemo mai sul carcere duro, che riporteremo lo Stato nei territori dove aveva fatto un passo indietro. Rafforzeremo la legislazione antimafia, ci guida l’esempio di Falcone, Borsellino e Livatino”.
La battuta di Meloni su Fantozzi
Infine, non è mancata una battuta: “Vado a conclusione”, ha detto la premier, “perché c’è una partita importante e non voglio fare la fine di Fantozzi con La corazzata di Potemkin e le radioline”. Il riferimento è al derby calcistico nella Capitale che sarebbe cominciato dopo poco. Dalla platea una ragazza ha urlato: “Forza Lazio” e Meloni ha replicato: “Stai calma”.