Cosa può cambiare dopo il suicidio del 15enne Paolo Mendico: le proposte dell’associazione Di.Te

Paolo Mendico, 15 anni, vittima di bullismo, si è tolto la vita nella sua cameretta. Le lacune normative e le proposte dell’associazione Di.Te.

Non è solo una tragedia familiare, ma anche “lo specchio di un vuoto che non possiamo più permetterci di ignorare”. Quella che stiamo per raccontarvi è la storia di Paolo Mendico, che ha deciso di togliersi la vita a quindici anni quando stava per cominciare il nuovo anno scolastico in tutta Italia.

adolescente vittima dei bulli
Cosa può cambiare dopo il suicidio del 15enne Paolo Mendico: le proposte dell’associazione Di.Te – notizie.co

Paolo viveva con i genitori a Santi Cosma e Damiano, nel sud del Pontino, ha usato la corda di uno strummolo per suicidarsi, i genitori lo hanno trovato morto nella sua cameretta. Sulla sua storia vuole vederci chiaro la Procura di Cassino che ha aperto un’inchiesta per istigazione al suicidio: pare che abbia deciso di compiere questo gesto estremo perché da anni veniva bullizzato nelle scuole che ha frequentato.

La madre e il padre di Paolo hanno inviato una lettera al ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, alla premier Giorgia Meloni e a Papa Leone XIV. Paolo sarebbe stato perseguitato dai suoi compagni ed evidentemente troppa è stata per lui la pressione dell’inizio del nuovo anno scolastico. Lo chiamavano Nino D’Angelo, la madre ha raccontato che al suo funerale c’era solo un compagno di classe.

Saranno ora i carabinieri, coordinati dalla Procura, a fare luce sulle ultime ore di vita del quindicenne. Al vaglio ci sono il suo smartphone e quello degli altri compagni dell’Istituto Tecnico Pacinotti, che Paolo frequentava. “Se faccio tardi, conservatemi un posto tra i primi banchi”, avrebbe scritto agli amici nelle ultime ore di vita.

Il padre Giuseppe racconta di un percorso scolastico, quello del figlio, pieno di momenti difficili, caratterizzato da episodi di prevaricazione ed esclusione già alle scuole elementari. Episodi più volte segnalati anche con denunce.

Gli ispettori del Miur arrivano al Pacinotti

Intorno alle 17.30 di martedì 16 settembre, nella scuola che Paolo Mendico frequentava arriveranno gli ispettori del Miur, inviati dal ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara.

I genitori sono stati convocati dai carabinieri e anche il fratello è stato ascoltato.

Preside Antonetti: “Nella nostra scuola molte iniziative contro il bullismo, contro di noi una macchina del fango”

Gina Antonetti, dirigente della scuola di Paolo, ha però precisato: “La scuola non ha mai ricevuto denunce. È possibile che qualche nostro alunno abbia fatto qualcosa che non doveva fare, ma di sicuro la scuola non era al corrente di questo”.

In un intervento con l’AdnKronos, la preside ha raccontato che l’istituto mette in campo molte iniziative contro il bullismo, dai tavoli con gli studenti, passando per la presenza dello psicologo in classe, fino allo sportello psicologico per genitori e alunni. “Non so cosa ci sia stato nelle scuole precedenti, ma noi come istituto stiamo subendo una vera e propria macchina del fango”.

Un bambino con la scritta sulle mani: Stop al Bullismo
Preside Antonetti: “Nella nostra scuola molte iniziative contro il bullismo, contro di noi una macchina del fango” – notizie.com

Giuseppe Mendico, padre di Paolo, in un’intervista al Corriere della Sera ha raccontato che il figlio era “considerato tra i più bravi, aveva tutti 7 e 8, ma era stato rimandato in matematica per un 5. Io lo avevo fatto presente al docente. Negli ultimi tempo però, ripeteva scuola di m**** Noi gli siamo sempre stati vicini, i professori e la vicepreside sapevano degli atti di bullismo, ma non hanno fatto niente”.

Il bullismo fin dalle elementari, anche “dalle maestre”: il racconto del padre di Paolo Mendico

Il padre ha raccontato di una denuncia presentata ai carabinieri alle elementari perché Paolo “era bullizzato dalle maestre: addirittura un bambino si presentò con un coltello di plastica in classe dicendo che voleva ammazzarlo, mentre una maestra li incitava alla rissa. È tutto nero su bianco quello che dico”.

Il ministro Valditara si è messo in contatto con i familiari: “Ci ha voluto rassicurare su quanto si sta facendo per fare chiarezza sulla vicenda di Paolo e sul bullismo in generale. Sono iniziate le verifiche nelle scuole frequentate da mio figlio e sono già stato chiamato da un’ispettrice per un colloquio nei prossimi giorni”.

Questa tragedia “ci obbliga a guardare in faccia un vuoto normativo che pesa come una condanna”. A dirlo è il professore Giuseppe Lavenia,psicologo, psicoterapeuta e presidente dell’Associazione Nazionale Dipendenze Tecnologiche, GAP e Cyberbullismo (Di.Te.).

Lavenia (Di.Te): “Colmare i vuoti normativi: psicologo entro 48 ore per bullo e vittima”

Le leggi oggi parlano di prevenzione, di tavoli permanenti, di codici interni. Ma per un ragazzo che subisce bullismo, il tempo è una lama: aspettare giorni o settimane significa spegnersi e poco a poco, smettere di parlare, smettere di credere negli adulti, smettere di sperare”.

Ad oggi la legge “non prevede che il bullo sia obbligato a intraprendere immediatamente un percorso psicologico. Non garantisce che la vittima riceva immediatamente un sostegno. Tutto è lasciato alla sensibilità e alla capacità operativa delle scuole, delle famiglie, dei territori. Nel frattempo, i ragazzi muoiono dentro e a volte anche fuori”.

L’appello di Di.Te. è tutto rivolto alla politica, affinché abbia “il coraggio di colmare questa lacuna. Alla prima segnalazione di bullismo va attivato un percorso psicologico obbligatorio e tempestivo per il bullo e per la vittima. Non dopo settimane, non dopo mesi: entro 48 ore”.

Entro 48 ore, anche la rimozione dei contenuti digitali dalla rete

E la stessa velocità va garantita dal Garante della Privacy affinché tempestivamente intervenga per “intimare la rimozione dei contenuti digitali con cui si perpetra il cyberbullismo”.

Proposte arrivano anche dalla politica. Alessandro Zan, responsabile dei diritti nella segreteria Pd ed europarlamentare, ha chiesto una legge contro i crimini d’odio: “Non c’è più tempo da perdere: ogni giorno senza una legge che protegga le vittime, è un giorno in cui l’odio può colpire ancora”.

Studente vittima dei bulli a scuola
Entro 48 ore, anche la rimozione dei contenuti digitali dalla rete – notizie.com

Ogni anno in Italia si suicidano quasi 4mila persone, molte delle quali giovani e giovanissimi. In Europa, il suicidio è la prima causa di morte nella fascia d’età 15-29 anni. E in Italia è la seconda dopo gli incidenti stradali.

Le proposte della politica contro il bullismo

Le norme per contrastare il bullismo e il cyberbullismo esistono e bene ha fatto il ministro Valditara ad avviare tutte le verifiche del caso della scuola” di Paolo. “Ma sbaglieremmo a limitarci a questi fenomeni”. Così, Mariastella Gelmini, senatrice di Noi Moderati.

È giunto il momento di affrontare questi problemi con un piano nazionale di prevenzione, sostenendo realtà come il telefono amico, rendendo strutturale il sostegno psicologico per gli adolescenti, coinvolgendo tutte le istituzioni formative e – perché no? – anche i social network, che spesso assorbono gran parte della vita dei nostri ragazzi”

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